martedì 28 settembre 2010
Pensioniamolo
Domani Berlusconi interverrà a Montecitorio. Presenterà un documento in 5 punti, tutti ad esclusivo vantaggio della casta e non della maggior parte degli italiani.
Alcuni media hanno riportato tre frasi del Presidente del Consiglio che confermano, se ce ne fosse ancora bisogno, lo stato confusionale in cui ormai versa da tempo.
«Dobbiamo parlare della crescita del Paese, rivendicare le cose buone che abbiamo fatto, prendere le distanze da questa politica screditata».
Tre fesserie in un solo pensiero: a Berlusconi non interessa la crescita del Paese ma quella del fatturato delle aziende di famiglia. Berlusconi non può rivendicare "cose buone" perché il suo operato governativo è fallimentare in ogni suo aspetto. Berlusconi non può prendere le distanze da questa politica screditata, perché lui ne è l'artefice più importante.
Domani è atteso alla Camera. Parlerà nel giorno del suo 74esimo compleanno. Per questo credo che sia giusto fargli un bel regalo: mandiamolo in pensione ad occuparsi dei nipotini, perché il Paese non ha più bisogno di gente come lui.
La maggioranza eletta dagli italiani nel 2008 non esiste più. Il Pdl non esiste più. Qualsiasi forma di sostegno a questo governo è solo una pecetta messa male. I sette deputati che hanno lasciato Udc e Api sono la conferma di una politica malata, che non si occupa dei problemi della gente e che aspira ad un solo obiettivo: il potere.
Ma non può bastare. Questo governo deve andare a casa al più presto, affinché una nuova componente governativa possa cercare di rianimare il Paese.
L'Italia dei Valori già da tempo ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti di questo Governo. Per votarla servono le firme di 63 deputati, e noi ne abbiamo solo 24. Non siamo ancora riusciti a trovare appoggio dagli altri partiti che, ormai quotidianamente, parlano del berlusconismo come l'epoca più grave del dopoguerra. La lotta a questo governo va portata avanti coi fatti, non solo con le parole. Domani può essere l'occasione giusta per farlo. Chi rimane al palo non ha giustificazioni: è un complice di Berlusconi e non ha più diritto di criticarlo. (www.antoniodipietro.it)
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