Secondo l’on. avv. Giuseppe Consolo, pregiato acquisto finiano, intervistato dal Pompiere della Sera, “in un Paese civile, al pari di quanto avviene in altri Paesi europei, sarebbe giusto uno scudo per il premier e i ministri”. Non precisa, l’On. Avv., in quali “altri Paesi europei” vigerebbe questo “scudo”, forse perché esso non esiste in alcun paese europeo, e nemmeno extraeuropeo. Ma questo buontempone del diritto, e soprattutto del rovescio, ha in serbo un’altra fraccata di balle da Guinness dei primati: “Berlusconi è stato raggiunto da cento processi” (falso: sono 17), “al termine della gran parte dei quali è stato assolto con formula piena” (falso: solo in due casi), “tranne qualche prescrizione” (falso: sono sette), “a cominciare dal famoso avviso di garanzia del ‘94” (falso: era un invito a comparire), “recapitato a Napoli” (falso: a Roma), “durante il G8” (falso: conferenza internazionale sulla corruzione), “per cui si è dovuto dimettere da premier” (falso: la Lega lo sfiduciò contro la riforma delle pensioni) “e che si è risolto in una bolla di sapone” (falso: assoluzione per “insufficienza probatoria” grazie alla falsa testimonianza prezzolata di Mills).
Ora questo pallista da competizione propone un nuovo Lodo Salvasilvio, il Lodo Consolo appunto, da varare alla svelta “con legge ordinaria, perché una costituzionale ha tempi spaventosi”: “Serve a riaffermare che dev’essere non il magistrato, ma il Parlamento a stabilire se un eventuale illecito commesso dal premier o dai ministri sia o meno un reato ministeriale”. Domandina facile facile: se il Lodo riafferma una cosa, vuol dire che essa è già affermata, e allora che bisogno c’è di riaffermarla? Ma qui l’articolo 96 della Costituzione afferma tutt’altro: i membri del governo, se commettono un reato connesso con le loro funzioni, vengono giudicati dal Tribunale dei ministri, sezione distaccata di quello ordinario. Il Lodo Consolo invece afferma che il Parlamento può “sottrarre almeno all’inizio al giudizio del magistrato ordinario” tutti i delitti commessi da membri del governo, con “una sorta di autorizzazione a procedere limitata ai ministri” (l’esatto contrario di quanto prevede l’articolo 96, secondo cui i ministri vengono comunque processati senz’alcuna autorizzazione preventiva). In pratica – spiega il giureconsulto – le Camere potrebbero ritenere ministeriale “persino la violenza carnale commessa da un ministro nei confronti di un suo dipendente” e bloccare il processo. Com’è noto, infatti, rientra nelle funzioni dei ministri violentare le loro dipendenti (di qui forse l’espressione “membri del governo”).
Resta da capire che c’entrino i processi a B.: la mazzetta a Mills risale al 1999, quando B. era capo dell’opposizione, e non c’entra nulla con la politica; i fondi neri di Mediaset vanno dagli anni ‘90 al 2002 e quelli Mediatrade comprendono il periodo successivo, durante il quale B. è stato al governo e all’opposizione, ma né Mediaset né Mediatrade hanno alcuna attinenza col governo o col Pdl, a meno che Consolo non arrivi a sostenere che le funzioni ministeriali comprendono pure frodi fiscali, falsi in bilancio e appropriazioni indebite. Come pensa questo “simpatico dottor Stranamore” (per citare il suo leader) di applicare il suo Lodo ai processi a B.? Semplice: facendo una legge e violandola subito dopo. Consolo è lo stesso personaggio che dieci anni fa rinunciò a una cattedra all’Università di Cagliari quando si scoprì che al concorso aveva presentato due saggi a sua firma scopiazzati per pagine e pagine da manuali e riviste altrui (al processo penale fu condannato in primo grado e assolto in appello). Nel maggio scorso, poi, si scagliò in piena Camera contro i vigili di Roma, rei di perseguitare a suon di multe i parlamentari (lui compreso) solo perché violano sistematicamente il Codice della strada, il che denota “un atteggiamento pretestuoso”. Uno lo sente parlare e subito si domanda: che differenza c’è tra un finiano e un berlusconiano? (Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO -)
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