mercoledì 10 novembre 2010

Bugie ministeriali



Ormai siamo al golpe. Infatti, pochi giorni fa in Parlamento ha mentito il ministro Calderoli e adesso si scopre che a ingannare le Camere è stato anche il ministro degli Interni Maroni.
La pm del tribunale dei minori, Annamaria Fiorillo, che avrebbe dovuto decidere cosa fare con la minorenne marocchina Ruby, mentre il premier tempestava di telefonate la questura di Milano chiedendo che venisse liberata, si è rivolta al Csm, perché le cose non sono affatto andate come ha raccontato alla Camera e al
Senato il ministro Maroni.
Ha fatto benissimo a rivolgersi al Csm perché venga fatta luce su un caso che è già scandaloso, increscioso e imbarazzante. Una vicenda che potrebbe rivelarsi addirittura peggiore di quel che già è, se si scoprisse che il ministro, responsabile della sicurezza dei cittadini, ha preso in giro il Parlamento e l’intero Paese per difendere i comportamenti indifendibili del suo premier. Non sarebbe di certo il primo esempio di un uso disinvolto, per usare un eufemismo, degli apparati di sicurezza dello Stato. Un uso privato fatto dal
presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi dei ragazzi delle scorte. Oggi, alla Camera, sono intervenuto per illustrate la mia interpellanza ed ho chiesto ai ministri Maroni e La Russa come mai alcuni ufficiali di pubblica sicurezza sono impiegati per fare da badanti e da tassisti alle escort che frequentano le case e le ville del premier. Mi è stato risposto dal ministro Elio Vito che esiste un regolamento per le scorte.
Grazie tante, ma non ci interessa sapere cosa fanno le scorte e se ci sono circolari che regolano il loro lavoro. Vogliamo capire cosa fanno Berlusconi e i suoi amici delle persone che curano la loro sicurezza, cosa fanno fare ai tutori dell’ordine incaricati di proteggerli. Vogliamo sapere se i carabinieri che sono stati addestrati per la pubblica sicurezza vengono impiegati per accompagnare nelle sue diverse abitazioni le amiche di Emilio Fede e Lele Mora, e anche se lo stesso Fede ha una scorta e, nel caso, a quale titolo. Sono stati gli stessi uomini della scorta a lamentarsi, in un articolo pubblicato dal “Fatto quotidiano”, del dover spesso fare da tassisti alle escort di Villa Certosa. Vogliamo che ci sia spiegato come mai questo avvenga. E certo per ora non lo ha fatto nessuno. (www.antoniodipietro.it)

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