martedì 2 novembre 2010

Serve pensare ad un'Italia diversa, insieme



Tra i commenti che lasciate sul mio blog e sulla mia pagina facebook, leggo spesso la richiesta, fatta a gran voce, di una nuova legge elettorale.

E’ una istanza molto importante in quanto, con le attuali norme, si nega ai cittadini la possibilità di scegliere direttamente coloro che li rappresenteranno in Parlamento.

Questo sistema, infatti, è un guscio vuoto di democrazia. Può una legge elettorale consegnare alle segreterie di partito il diritto di scelta che, invece, spetterebbe ai cittadini? La risposta è sotto gli occhi di tutti. Tra l’altro, e lo abbiamo denunciato più volte, chi siede in Parlamento non risponde più al Paese, ma è un burattino nelle mani di colui che lo ha ‘scelto’.

E’ chiaro che in questa legislatura ci siamo dovuti confrontare con una maggioranza formata da dipendenti di Berlusconi e non con i rappresentanti del popolo. In tali condizioni, infatti, nessuno osa contraddire il capo per il timore di non essere ricandidato e nessuno ha il coraggio di staccare la spina visto che l’attuale sistema elettorale mette a rischio la poltrona.

In questo momento in Italia ci sono tre milioni di elettori che non vanno più a votare. L’astensionismo è la cartina di tornasole di una politica autoreferenziale che allontana sempre di più i cittadini dalle istituzioni. La verità è una: non votare significa rinunciare a un proprio diritto e accettare supinamente le scelte che altri faranno nel segreto delle urne.

E’ chiaro che tra gli scandali, i privilegi e le mancate promesse, non c’è da sorprendersi per lo stato delle cose, per la sfiducia degli italiani nei confronti di una politica corrotta e al servizio degli interessi della casta.

Per questo, oltre al cambio della legge elettorale, proporrò a tutte le forze politiche di far diventare legge le tre regole, contenute già in un ddl dell’IdV e presentato in Parlamento, secondo cui: i condannati non possono essere candidati; i rinviati a giudizio non devono assumere incarichi di governo, né a livello centrale né a livello locale; gli imprenditori che si sono macchiati di reati nei confronti della pubblica amministrazione non devono più partecipare alle gare di appalto pubbliche.

Queste sono le nostre priorità insieme ad una legge che elimina definitivamente quel conflitto d’interesse che pesa come un macigno sulla nostra democrazia: vogliamo che ci sia una reale inversione di tendenza restituendo la res publica ai cittadini. Vi chiedo di aiutarmi, impegnandovi a diffondere l’idea che un’alternativa è possibile, insieme a noi. (www.antoniodipietro.it)

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