domenica 7 novembre 2010



Lunedì si apre a Milano la seconda Conferenza nazionale della famiglia, organizzata dal Governo, e Silvio Berlusconi non ci sarà. Alla fine la sua presenza è saltata. Ed è sicuramente un bene, perché sarebbe stato inopportuno, alla luce delle vicende di escort e minorenni che lo vedono coinvolto. Il suo intervento avrebbe rappresentato un insulto alla platea. E si badi bene: non mi interessa guardare dal buco della serratura, ma qui siamo di fronte alla mercificazione della donna e ad un arretramento culturale non degno di un Paese civile. Comunque la più grave colpa del Presidente del Consiglio è quella di aver parlato bene e razzolato male. Infatti, due anni fa ha organizzato il Family day per tutte le famiglie d’Italia ed oggi ha dimostrato, con la sua condotta, di aver calpestato quel suo spot ipocrita e di essere addirittura ai limiti della legalità. La propaganda, ai tempi, era riuscita benissimo, ma a distanza di mesi il bluff è venuto fuori non soltanto per i suoi comportamenti, ma soprattutto per le politiche inadeguate messe in campo da questo esecutivo. L’altro giorno un’analisi di Ilvo Diamanti su ‘La Repubblica’ faceva comprendere, dati alla mano, come la famiglia italiana sia diventata un vero e proprio ammortizzatore sociale. Grazie ai nonni, ai genitori, le nuove generazioni riescono ad andare avanti. Una giovane coppia non può fare un figlio, prendere casa, costruirsi un futuro perché la situazione economica non ha speranze, non ha prospettive. Tra precarietà e insicurezza, non si riesce più a costruire un percorso di vita. E’ chiaro a tutti come questo Governo abbia abbandonato le politiche per la famiglia ad un misero 1,36% del Pil, ben al di sotto della media europea. La Francia spende circa il 4% del Pil tra servizi, trasferimenti alle famiglie e sgravi fiscali, e ha varato un sistema di sussidi per le prestazioni di cura a bambini e anziani all’avanguardia. E’ evidente che l’esecutivo è stato incapace di portare in Parlamento provvedimenti economici strutturali seri, volti a sanare le casse dello Stato, a rilanciare l’economia e a dare prospettive ai nostri giovani. Le famiglie italiane pagano i tagli che questo Governo ha apportato al settore sociale, ai servizi, alla scuola, all’università, alla ricerca. Insomma è finito il tempo degli spot, dei family day dell’ipocrisia, delle bugie a reti unificate: il Governo vada a casa. (www.antoniodipietro.it)

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