mercoledì 10 novembre 2010
La Polverini pedala per il califfo
La Regione Lazio di Renata Polverini quando vuole si muove celermente. Lo fa, per esempio, per il cantante Franco Califano. «Guadagno solo 10 mila euro di Siae ogni sei mesi», si lamenta il maestro che chiede l’intervento delle istituzioni per salvaguardare il suo tenore di vita. Pazienza se quella cifra un precario, un cassintegrato o una pensionata con la minima neanche osano sognarla. Ma per il cantautore di “Tutto il resto è noia” non sono sufficienti. E Polverini che fa? Tempo 24 ore e si mobilita per riceverlo a via Cristoforo Colombo, dicendosi «disponibile ad ascoltarlo e a dargli una mano».
Peccato che altre categorie che necessitano delle attenzioni della Regione non trovino la stessa solerzia e disponibilità. Le famiglie di disabili gravissimi che si sono viste negare le cure essenziali causa tagli della Regione Lazio ai centri di riabilitazione hanno atteso per mesi una risposta della Presidente, come L’Unità ha ampiamente documentato con le sue inchieste. I genitori di Paolo, 13 anni affetto da tetra paresi, e Gloria 16 anni, con emiparesi, hanno dovuto irrompere in una conferenza stampa dell’assessore alle Politiche sociali Forte, presente anche la Polverini, dopo che la stessa aveva ignorato per più di 20 giorni una lettera aperta con richiesta di incontro urgente inviata dalle pagine del nostro giornale.
Solo dopo questo blitz la Presidente si è decisa a occuparsi del caso (che riguarda circa 2000 disabili gravissimi del Lazio) e ne era seguito un caffè a casa di uno dei ragazzini, durante il quale la Polverini aveva dichiarato alla stampa che Paolo e Gloria avrebbero riavuto le loro terapie. Sono passati 13 giorni e niente è cambiato. «Ci sono state fatte tante promesse – dice Rita, la mamma di Gloria – ma non c’è stato l’accenno di un cambiamento; non ci ha più chiamato nessuno». Il Governatore durante la colazione aveva detto «gli ho lasciato i miei recapiti, ora possono contattarmi quando vogliono» ma aggiunge Pino Argento, marito di Rita, «io ho scritto una mail e un fax per chiedere spiegazioni, non mi hanno risposto».
«Perché le terapie non sono riprese? Ogni giorno perso di cure – continuano i genitori di Gloria – è un danno per i nostri ragazzi che aggravano le loro patologie: in casi come questi non si può aspettare, non si può perdere tempo». «La Regione non ha nessuna intenzione di tornare indietro sul taglio dell’8% perché è stato approvato dal Ministero dell’Economia - dichiara Dino Migliore, coordinatore regionale del Foai, Federazione degli Organismi per l’Assistenza alle Persone Disabili – e la circolare che prevede una compartecipazione del Comune per il 30% in realtà aggrava la situazione perché molti enti locali, fra cui Roma, non possono provvedere». «È venuta a prendersi il caffè, a fare parole – chiosa Antonietta, la mamma di Paolo – ma ci vogliono i fatti per mio figlio e per tutti quelli che stanno come lui. Per Califano i soldi li trova? E allora li facesse uscire pure per le terapie dei disabili, non ci costringa a toglierci il pane dalla bocca per andare dai privati. Altrimenti che devo fare? Mi devo incatenare sotto la Regione?» (Luciana Cimino - L' UNITA' -)
...una Polverini solerte, poi tutto il resto è noia...
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