Sono stato a Vernazza nelle Cinque Terre. Le strade erano bloccate e sono arrivato in barca grazie al passaggio di un amico. Dal mare non l'ho riconosciuta. La spiaggia è scomparsa e una nuova, fatta di fango e detriti, è nata improvvisamente. Le macchine, risucchiate fuori dai parcheggi, hanno attraversato le strade della cittadina. Impazzite, senza conducenti, guidate da una forza folle. In molte case il fango ha superato il primo piano. La piazza principale non esiste più. E' un lago di fanghiglia melmosa. Il tunnel della stazione ferroviaria è riempito completamente dalla terra delle colline. La gente è tutta per strada, per i vicoli, con pale, secchi e picconi a svuotare case, vicoli e e cantine dalla valanga che le ha ricoperte. Tre persone sono morte. Potevano essere molte di più. Poco più in là, a Monterosso, mi dicono che la situazione è ancora peggiore.
I motivi di questi disastri sono sempre diversi. A Vernazza non c'è stata la cementificazione selvaggia, come in gran parte della Liguria, eppure le colline sono collassate come castelli di carte. La causa è stata la pioggia torrenziale, in poche ore è caduta la stessa quantità di un anno, scivolata come una lama nei terreni aridi per la siccità. L'abbandono del territorio ha fatto il resto. Può succedere ancora? Sicuramente. Il pianeta si sta surriscaldando grazie a un'economia fuori controllo. Allagamenti e frane in Italia sono diventati routine, ogni anno costano decine di vite umane e miliardi di euro. Vernazza risorgerà meglio di prima. Lo spirito che ho visto negli occhi della sua gente dovrebbe diventare quello della nuova Italia. (www.beppegrillo.it)
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