martedì 25 gennaio 2011

C'era una volta l'amico Bossi



"Il capo è disposto a qualunque cosa per portare a casa il federalismo". Così i dirigenti leghisti in via Bellerio sintetizzano il contenuto del vertice che si è tenuto ieri nel quartier generale del partito. Durante la riunione si è parlato della proposta del Terzo polo: posticipare di sei mesi la scadenza della legge delega sul federalismo così da avere il tempo per far insediare un esecutivo tecnico e poi approvare la "rivoluzione fiscale". Ma Bossi non si fida di Pier Ferdinando Casini. Così il Senatur ha parlato direttamente con Gianfranco Fini e ha mandato un segnale a Berlusconi evitando di andare ad Arcore per il tradizionale incontro del lunedì sera. La controfferta di Bossi al Terzo Polo è semplice: votiamo subito il federalismo e un minuto dopo sostituiamo Berlusconi con Tremonti. Il Pdl, però, ha fiutato il pericolo. E ha disturbato la manovra riuscendo a non far slittare il voto della mozione di sfiducia a Sandro Bondi, in aula domani dalle 16. Il capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, finito allo scoperto, non ha potuto far altro che dimostrare fedeltà al premier chiedendo, insieme a Fabrizio Cicchitto, di porre la discussione sul ruolo di Gianfranco Fini alla presidenza della Camera. La partita è ancora tutta da giocare. Un fatto, però, è certo: il premier adesso dubita anche di Bossi. (www.ilfattoquotidiano.it)

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