mercoledì 26 gennaio 2011

La gavetta della politica



Mi ha colpito la risposta di Gad Lerner allo psiconano che enunciava le qualità di Nicole Minetti: "E questo le consente (alla Minetti, ndr) di saltare la gavetta della politica?". In questa frase è racchiusa la differenza tra politica partecipata e politica professionale, di lungo corso, un mestiere che si impara. Tra le mille cose (un'enciclopedia giudiziaria) che avrebbe potuto ribattere a un tizio ("Quello della notte") che si aggira tra una trasmissione e l'altra importunando i telespettatori, Lerner ha scelto la superiorità del politico rispetto al comune cittadino.
Di che gavetta sta parlando Lerner? Le regole della democrazia sono tutte saltate. Il cittadino è stato escluso da qualunque processo democratico. Deputati e senatori sono nominati, il Parlamento è un potere autoreferenziale che non rende conto a nessuno. Referendum e leggi popolari sono come le pietruzze colorate che si regalavano agli indigeni: luccicanti, ma di nessun valore. Non c'è alcuna strada se non quella di auto rappresentarsi, di entrare nelle istituzioni, farsi portavoce di altri cittadini. Se una persona mossa da spirito civile decidesse di farlo, e molte lo hanno fatto, dovrebbe forse iscriversi alla locale sezione di partito, cominciare a leccare il culo a qualche capataz, o frequentare chi "sa cos'é la politica"? Ecco... "Cos'è la politica?" se non partecipazione attiva dei cittadini, qualunque cittadino, di ogni estrazione sociale, dalla casalinga madre di tre figli all'operaio al netturbino. Perché un autista di autobus non può diventare sindaco di Milano o presidente della Commissione Lavoro? Che gavetta deve fare? La sua vita è già una gavetta. La gavetta è il nonnismo dei politici. Il Parlamento deve riempirsi di cittadini e espellere i politici di professione.
La confusione sotto il cielo della politica è grande. In vent'anni si è confusa la politica con l'informazione, con la magistratura, con l'imprenditoria che hanno fatto da supplenti a un vuoto totale. La politica è la misura di ogni cosa, da cui le altre discendono. Il cittadino è la politica, la volontà popolare è la politica, i bisogni dei cittadini tradotti in leggi semplici e chiare da altri cittadini è la politica, un'informazione pagata dai cittadini lettori e non dalle tasse e dalla pubblicità delle lobby è la politica, una giustizia che funzioni è la politica. Tutto parte dal cittadino e tutto ritorna al cittadino. Lo Stato è il cittadino e il cittadino è lo Stato. (www.beppegrillo.it)

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