martedì 25 gennaio 2011

Non ce lo meritiamo


Ogni giorno che passa Berlusconi riesce a peggiorare e - quando sembra che sia arrivato al limite massimo - se ne inventa un’altra per svergognare il nostro Paese, umiliare le istituzioni che indegnamente rappresenta e offrire ai cittadini, in particolare ai giovani, l’esempio della peggior cultura possibile.
Ma dove mai si è visto, in quale repubblica delle banane, un presidente del Consiglio che si permette di irrompere con le sue telefonate in una trasmissione televisiva per insultare o offendere, senza interloquire con nessuno, senza accettare alcun contraddittorio, vomitando solo contumelie e imprecazioni?

Se il conduttore, per cortesia, gli permette di intervenire, come ha fatto ieri sera Gad Lerner, viene ricoperto da improperi e la sua trasmissione viene definita “un postribolo”: un insulto grave, specie se detto da uno che di quella materia se ne intende come Silvio Berlusconi. Se invece il conduttore, conoscendo i suoi polli e avendo già fatto esperienza della maleducazione e della villania del presidente del consiglio, non manda la telefonata in diretta, ecco che diventa subito un nemico giurato da punire, perché quella di punire chi tiene la schiena dritta e non lo serve è diventata l’ultima ossessione di Berlusconi.

E non è finita mica qui. Quando mai si era visto un leader ordinare brutalmente a una europarlamentare eletta nelle liste del suo partito di alzarsi e andarsene come ha fatto ieri con Iva Zanicchi? Senza alcuna vergogna, ieri il satrapo nostrano ha fatto vedere a tutto il Paese come considera i parlamentari del suo partito: non esponenti politici ma suoi dipendenti ubbidienti, che devono essere pronti a scattare a ogni ordine. Bene ha fatto l’onorevole Iva Zanicchi a non andarsene (anche se non sappiamo se l’ha fatto per orgoglio o per pavidità). Berlusconi ha perso ogni freno e dà in escandescenze perché è terrorizzato, perché sente che non riuscirà ancora a lungo ad evitare di affrontare le sue responsabilità politiche e penali. Però in questa sua furia rivela anche di quale cultura, anzi di quale rozza e meschina incultura, sia nutrito lui e abbia nutrito per oltre quindici anni questo Paese, facendo danni immensi.

Quando lo avremo finalmente cacciato, quando di Berlusconi parleremo arrossendo per la vergogna di esserci tenuti un uomo simile per tanto tempo, dovremo piano piano combattere i frutti avvelenati della incultura che ha diffuso in questo Paese, e dalla quale - come in tutto quello che fa - ha tirato fuori solo il suo guadagno privato.
Dovremo ricostruire una cultura vera, restituire ai nostri giovani il senso dei valori che sono stati cancellati negli ultimi 20 anni di berlusconismo, rimettere al centro del nostro sistema l’istruzione, la formazione, il senso del dovere e del rispetto per la collettività.

Quando parliamo di cultura, parliamo di saperi e parliamo di valori. Il governo del caimano ha eliminato gli uni e ridicolizzato gli altri. Per questo è stato il governo dell’incultura e non a caso il più fedele e anonimo tra i dipendenti di Berlusconi, Sandro Bondi è finito a fare il ministro dell’incultura. Dobbiamo mandarlo via, il parlamento italiano deve avere la dignità di sfiduciarlo: non solo e non tanto per il crollo di Pompei ma per tutto quello che rappresenta. Per dire no a una politica che ha fatto a pezzi la cultura e la formazione in questo paese e al loro posto ha esaltato l’ignoranza, la villania, l’egoismo, la disponibilità a vendere tutto in cambio del successo.

Non è questa la cultura che l’Italia si merita. Non è questo il ministro della cultura che l’Italia si merita. Ma soprattutto l’ossesso che sbraitava ieri sera contro Gad Lerner in tv, come aveva sbraitato nei giorni precedenti contro la magistratura e la libera informazione, non è il presidente del Consiglio che l’Italia si merita. (www.antoniodipietro.it)

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