giovedì 20 gennaio 2011

Il golpista



Ieri sera nel suo ennesimo videomessaggio alla nazione, Bin Laden, pardon Silvio Berlusconi non ha mentito solo con le parole, come fa sempre, ma anche con le immagini e con la messa in scena. Per raccontare le sue bugie si è presentato avvolto nella bandiera tricolore, nelle vesti del presidente del consiglio.

Ha fatto finta che a parlare fosse un’istituzione della Repubblica, mentre è solo un cittadino accusato di reati molto gravi che sta sfruttando tutti i mezzi a sua disposizione per non rispondere a quelle accuse. E che umilia le istituzioni repubblicane usandole come uno scudo per proteggere la sua impunità.

Fingendo di parlare a nome delle istituzioni, Berlusconi ha attaccato tutte le istituzioni. Ha accusato la Procura di Milano di aver ordito una cospirazione ai suoi danni e di aver preparato un colpo di Stato. Ha ignorato la richiesta del presidente della Repubblica, che gli aveva chiesto di fare chiarezza presentandosi di fronte ai magistrati di Milano. Ha ingannato per l’ennesima volta i cittadini e persino i suoi stessi elettori, contrabbandando la moneta falsa delle sue bugie per oro colato, senza che nessuno potesse rispondergli.

Il presidente del consiglio fa così da quasi vent’anni. Sin dal giorno della sua famosa “discesa in campo”, nel 1994, comunica mandando in giro i suoi videomessaggi, così nessuno può smentirlo e sbugiardarlo. E’ la sua concezione della democrazia: quel che dice lui deve essere sacro e nessuno si deve permettere di dubitare o discutere.

Stavolta però ha superato ogni limite di decenza, è andato oltre quello che può essere tollerato in una vera democrazia. Un presidente del consiglio che minaccia pubblicamente di “punire” i magistrati che indagano su di lui non è più solo un impunito. E’ un golpista. Un presidente del consiglio che dopo aver fatto un danno così enorme alla credibilità dell’Italia nel mondo dice che “si sta divertendo” è un irresponsabile pericoloso per tutto il Paese.

Non si può accettare in silenzio che quest’uomo dica che non risponderà ai magistrati che indagano sulle sue malefatte perché altrimenti li legittimerebbe. Bisogna che tutta la parte migliore di questo paese gli faccia capire che non spetta a lui legittimare la magistratura, perché nessuno, nemmeno lui, può essere al di sopra delle leggi.

Oggi è dovere di tutti i democratici, dei politici, dei cittadini e delle Istituzioni, reagire a questa situazione vergognosa e pericolosa, fermare il golpe strisciante che Silvio Berlusconi sta tentando per difendere se stesso.
Se avesse un briciolo di dignità e di senso dello Stato si sarebbe già dimesso. Ma è inutile farsi illusioni. Berlusconi non si dimetterà mai. L’unico motivo per il quale si è fatto eleggere è per evitare di essere processato. Resterà al suo posto anche a costo di distruggere definitivamente l’immagine del suo Paese e di recare un danno enorme a tutti i suoi concittadini.

Deve essere allora il Parlamento a mandarlo a casa. I parlamentari devono smetterla di ragionare con i conti della serva, di pensare solo al rischio di non essere rieletti o alla paura di votare.

Di fronte al pericolo che oggi Berlusconi rappresenta per la vita stessa della Repubblica calcoli del genere sono ridicoli e – se reiterati – sanno di connivenza e complicità.
C’è una sola urgenza: fermare il golpista e mandarlo a casa prima che sia troppo tardi. Quei parlamentari che non lo fanno ora non meritano di rappresentare gli elettori. (www.antoniodipietro.it)

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