sabato 27 dicembre 2008

Tettamanzi : un fondo per chi perde il lavoro

L'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, ha scelto la notte di Natale per annunciare il suo Fondo famiglia-lavoro, un milione di euro per sostenere le persone che hanno perso il lavoro in seguito alla crisi economica globale. Nella sua omelia alla Messa di Natale in Duomo, Tettamanzi si è soffermato sulla crisi finanziaria: «non ha ancora manifestato pienamente i suoi effetti destabilizzanti - ha detto - soprattutto le preoccupanti ricadute sulla società e sulle famiglie».L'arcivescovo ha osservato che «appare già con sufficiente chiarezza come l'origine dei mali stia a monte dell'economia»: infatti, si è chiesto, «può dirsi etica un'economia che non mette al centro l'uomo ma il profitto da perseguire ad ogni costo?». Occorre agire, è la conclusione di Tettamanzi, e «l'azione ora deve privilegiare chi nei prossimi mesi perderà il lavoro e non sarà più in grado di mantenere dignitosamente sé e la propria famiglia»: per questo, «personalmente costituisco il Fondo famiglia-lavoro per venire incontro a chi sta perdendo l'occupazione».Le risorse per l'avvio del fondo, ha spiegato lo stesso Tettamanzi, proverranno «dall'otto per mille destinato per opere di carità, dalle offerte pervenute in questi giorni per la carità dell'arcivescovo, da scelte di sobrietà della diocesi e mie personali», che consentiranno all'arcivescovo di mettere «a disposizione la cifra iniziale di un milione di euro». La distribuzione dei fondi «non avverrà immediatamente ma nei prossimi mesi e non sarà a pioggia ma a destinazione mirata»: infatti, «queste risorse non devono essere una forma di assistenzialismo ma un aiuto affinché chi perde il lavoro non perda anche la propria dignità».L'arcivescovo ha invitato «a tutte le comunità cristiane della diocesi di riflettere sulle conseguenze della crisi economica, di prestare particolare attenzione alle famiglie in difficoltà a causa del lavoro, di aderire con generosità a questo fondo». Tettamanzi ha esortato tutti i fedeli a «tornare a una santa sobrietà, segno di giustizia prima ancora che di virtù». E a «ritrovare una solidarietà umana per uscire dall'anonimato e dall'isolamento, parchè chi vive momenti di difficoltà non si senta abbandonato». (AVVENIRE.it)


Lodevole iniziativa dell’ arcivescovo Tettamanzi, unico prelato che al momento si espone in prima persona in aiuto delle famiglie in grave crisi. E’ quello che la chiesa dovrebbe fare in situazioni di emergenza, cioè essere vicino la gente, far sentire la sua presenza non solo con le parole ma con fatti concreti. C’è da domandarsi come mai questa intuizione non sia venuta all’inquilino più famoso del Vaticano !

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