mercoledì 3 dicembre 2008

Un omissis del cavaliere

In realtà la norma che ha dimezzato l’Iva al 10% per le pay-tv nasce nel 1995 con il governo Dini, che si limita ad attuare una direttiva europea a favore dei nuovi business. L’unica pay-tv è Telepiù, di cui il Biscione ha il 10%. Il Consiglio dei Ministri aveva fissato al 4%, invece che al 19%, l’Iva sugli abbonamenti in modo di tutelare, secondo il sottosegretario alla presidenza del consiglio Lamberto Cardia, la sopravvivenza stessa di questo genere di imprese. Il decreto viene modificato dalla Camera, portando l’aliquota al 10% con grande soddisfazione di Rifondazione che afferma di non avercela con le pay-tv e che bolla il decreto come «manovra di elusione fiscale a favore delle pay-tv di Berlusconi». Nonostante la volontà dei progressisti fosse quella di riportare l’Iva al 19%, il partito di Fausto Bertinotti vota insieme al Polo per l’Iva al 10%. Generale lo stupore del centrosinistra, convinto che Rifondazione stia facendo le prove generali per far cadere il governo Dini. Ancor più stupito il deputato Vincenzo Visco che accusa: «Il rapporto tra Rifondazione Comunista e il Polo è molto meno episodico e ben più strutturale di quanto si vorrebbe far credere». Dello stesso tenore le parole di Romano Prodi che dichiara: «Rifondazione Comunista ormai sta con il Polo e quindi non possiamo più dialogare. È rottura completa». Al Senato, Progressisti e Rifondazione torneranno compatti per riportare l’Iva al 19%, ma verranno sconfitti dal fronte del 10%. Quindi, dati storici alla mano, la norma arriva ben prima della nascita di Sky (2003) e non era affatto sostenuta dal centrosinistra. Nel 2003, se non ricordiamo male, il ministro delle telecomunicazioni era Maurizio Gasparri e il governo quello Berlusconi, il secondo. Questi i fatti. E ora non rimane che attendere le decisioni del governo, magari le rimostranze della segreteria di Berlusconi faranno fare dietro-front al Cav. (LIBERAL)


Avendo una certa età il cavaliere ha dimenticato di illustrare il precedente sopra descritto, quindi è normale parlare ancora di conflitto di interessi. La colpa purtroppo è anche di una sinistra che quando ha governato si è lasciata scivolare addosso il problema, limitandosi a riempirsi la bocca col suddetto conflitto. Adesso che Berlusconi è tornato al potere e prosegue la sua opera precedentemente interrotta, siamo punto e a capo, gli esponenti dell’opposizione urlano al conflitto di interessi. Ma dove eravate quando potevate mettere mano su questa anomalia tutta italiana ? Quali oscuri “interessi” avete tutelato ?
Spesso penso che se il premier vi tratta a pesci in faccia è perché con una mano vi tiene stretti i zebedei !

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