mercoledì 3 marzo 2010


MILANO - Esplode la rabbia del centrodestra dopo il doppio stop alle liste del Pdl nel Lazio e in Lombardia. Nella Capitale è stato infatti respinto il ricorso del Pdl per la riammissione della lista della provincia di Roma a sostegno della candidata Renata Polverini. E a Milano, la Corte d'Appello non ha ammesso la «Lista per la Lombardia» di Roberto Formigoni alle elezioni regionali lombarde: anche in questo caso è stato respinto il ricorso presentato dalla stessa lista contro il precedente provvedimento di esclusione. Il Pdl parla apertamente di «voto falsato» e punta il dito contro «i furbi che vogliono vincere a tavolino». Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, non usa mezzi termini: «I ricorsi respinti sia della lista Formigoni, sia di quella provinciale del PdL del Lazio per Renata Polverini insieme all'accettazione della lista di disturbo a Cota in Piemonte, dimostrano che queste elezioni corrono il rischio di essere falsate con conseguenze gravissime per la nostra democrazia. Altro che dilettanti allo sbaraglio». Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, il doppio stop è una cosa impensabile: «Come si può pensare di lasciare senza scelta nel momento più alto della democrazia, quello del voto, due Regioni che insieme rappresentano più di un quarto della popolazione italiana?» ha detto Bonaiuti riferendosi al Lazio e alla Lombardia. «Voglio sentire al più presto Bossi e Berlusconi - dice Roberto Calderoli - e poi decideremo perché serve subito una risposta politica ai furbi che cercano le vittorie a tavolino».

«CONFIDIAMO NEL TAR» - Ignazio La Russa non sembra sorpreso dall'altolà ai ricorsi. «Per noi non è una sorpresa», ma ora «confidiamo nella decisione del Tar» ha detto il ministro della Difesa e coordinatore Pdl. «Per noi non è una sorpresa la decisione della Corte d'appello, perché è un'anomalia, legata alla riforma del voto regionale, il fatto che si affidi allo stesso organi la potestà di decidere su un ricorso a una decisione presa dalla Corte stessa. In ventiquattr'ore raramente il ricorso ha la forza di modificare una decisione appena presa. Questa anomalia è stata introdotta con il Tatarellum che ha istituito il listino senza indicare un organo giudicante diverso dal primo. Dunque ritenevamo molto improbabile, anche se non impossibile, un cambiamento». «A questo punto - ha aggiunto La Russa - confidiamo nel Tar. Non credo che metà Lombardia possa essere privata del diritto di esprimersi perchè un bollo è quadrato invece che tondo. Sono irregolarità meramente formali. Penso che il Tar ci darà ragione».

«MARCIA SU ROMA?» - «Ora assisteremo a una marcia su Roma da parte del neofascista La Russa?» chiede provocatoriamente il leader dell'Idv Antonio Di Pietro commentando in Transatlantico alla Camera le parole del ministro della Difesa sull'esclusione di liste del centrodestra alle regionali («siamo pronti a tutti» aveva detto La Russa). «Per fortuna - ha aggiunto l'ex pm - oggi non è come allora e se dovessero farlo ci sarebbe una rivolta sociale che metterebbe a rischio la convivenza pacifica».

«NON PUNTIAMO A TURBARE IL VOTO» - «Ci sono diversi sedi istituzionali che devono giudicare; aspettiamo serenamente che finiscano queste pratiche, e noi non cerchiamo avvenimenti che turbino la fisiologia del voto» ha detto da parte sua il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. «Detto questo - ha proseguito -, ci sono regole uguali per tutti e tutti devono rispettarle. Credo che ci si debba rimettere alle procedure di garanzia che la nostra legge fissa a iosa. Di più - ha concluso - non dico». (CORRIERE DELLA SERA)

Cicchitto e company parlano di attacco alla democrazia ?! Loro, proprio loro si riempiono la bocca aggrappandosi ad un presunto attacco alla democrazia ? Signori quando questo regime finirà ricordiamoci bene i nomi di questi peones.

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