venerdì 5 marzo 2010

Liste, approvato il decreto interpretativo



Il Dl contiene tre articoli per Lazio e Lombardia
Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri, secondo quanto riferiscono fonti di maggioranza, 'sanerebbe' sia la situazione del Lazio sia la situazione della Lombardia. In tutto sarebbero tre articoli, di cui il primo conterrebbe 4 commi costituendo il cuore del provvedimento. Il primo comma consentirebbe infatti di presentare le liste a Roma il primo giorno non festivo, vale a dire lunedì dalle 8 alle 16, mentre gli altri riguarderebbero la Lombardia trovando una soluzione anche in quel caso, intervenendo sui timbri. Il secondo articolo invece accorcerebbe i tempi della campagna elettorale e il terzo e ultimo sarebbe relativo all'entrata in vigore.

SeL: "Siamo ai brogli di Stato"
"Siamo ai brogli di Stato. La putrefazione del berlusconismo ormai rischi di infettare la democrazia italiana". Lo afferma Fabio Mussi, del coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. "Siamo pronti con tutto il centrosinistra ad una mobilitazione democratica, ferma e serena per riaffermare il diritto costituzionale che rischia di essere calpestato", aggiunge Gennaro Migliore della segreteria nazionale.


Rosy Bindi: "Dl incostituzionale"
"Quando si contrappone la forma alla sostanza, soprattutto in materia di regole elettorali, si minano le fondamenta della vita democratica. Se il testo del decreto legge sulle elezioni regionali è quello anticipato dalle agenzie di stampa siamo di fronte a norme non interpretative ma modificative e con profili di incostituzionalità", così Rosy Bindi, presidente dell'Assemblea nazionale del Pd.

Di Pietro: "Abuso di potere. Andrebbe fermato con le forze armate"
"Non si tratta di interpretazione, ma di un palese abuso di potere che in uno Stato di diritto andrebbe bloccato con l'intervento delle forze armate al fine di fermare il dittatore. Noi ci appelleremo alla società civile e scenderemo in piazza con una grande manifestazione di protesta civile e democratica". Lo afferma Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori. (REPUBBLICA)


Signori dalle mie parti questa porcata si chiama FASCISMO

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