Il governo ha deciso: elezioni amministrative a metà maggio, consultazioni su acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento solo un mese dopo. La strategia del premier ha un solo obiettivo: far saltare il quorum ed evitare così il rischio della sfiducia popolare sulle leggi ad personam
Elezioni amministrative il 15 e 16 maggio e referendum a metà giugno. Il governo ha deciso di evitare ancora una volta l'election day scatenando da parte dell'opposizione le polemiche sui 300 milioni di euro buttati per organizzare una doppia (tripla se si contano i ballottaggi) consultazione. I referendum, relegati alla data "balneare" del 12 giugno, devono fallire. Berlusconi è terrorizzato dal quesito sul legittimo impedimento molto più che da quelli su acqua pubblica e nucleare. Non tanto per il merito della questione (con la bocciatura parziale di gennaio la Consulta ha già di fatto "svuotato" la legge), quanto per la paura del premier di un plebiscito contro di lui: se il 51 per cento degli aventi diritto rispondesse al quesito, sarebbe probabile la vittoria del "sì". A quel punto la sfiducia a Berlusconi, fallita in Parlamento, arriverebbe proprio dal popolo a cui la maggioranza e il Cavaliere si appellano di continuo. (www.ilfattoquotidiano.it)
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