martedì 18 ottobre 2011

I black bloc salveranno la Seconda Repubblica ?





I black bloc salveranno la Seconda Repubblica? I media e i partiti ci provano. L'Italia sembra in preda a black bloc organizzati che scorrazzano nelle città, rompono vetrine e incendiano macchine. La gente ha paura, deve avere paura. Si preparano leggi speciali. Maroni le proporrà in Parlamento con il supporto, forse anche di una preziosa consulenza, dell'opposizione. I movimenti vanno messi fuori gioco con qualunque mezzo. Gli utili idioti per queste operazioni si trovano sempre. La crisi economica che sta travolgendo il Paese è improvvisamente scomparsa. I partiti, che ne sono responsabili, si sono riverginati grazie una manifestazione di 200.000 persone senza un servizio d'ordine degno di questo nome. Chi l'ha autorizzata? Un corteo appoggiato dal centro sinistra controllato a distanza dalle Forze dell'ordine di Zanna Bianca Maroni totalmente impreparate, lasciate a sé stesse. Un finale scontato e forse voluto.
Chi sono i black bloc? Il solo nome mette paura. Neri come la notte. Evocano nuovi fascismi. Perfetti per un'operazione di marketing e per spaventare le vecchiette. I violenti di Roma non sono un corpo alieno, sono persone, ragazzi esasperati che pagheranno per i loro gesti. Ma non vengono da Marte e senza una svolta radicale della politica il loro numero è destinato ad aumentare. Chi non ha più speranze, un posto di lavoro, una casa, è pericoloso per il Sistema. Divieti di manifestazione, arresti preventivi, irruzioni in centri sociali diventeranno routine.
La demonizzazione dei movimenti è in atto. La Repubblica titola un inquietante articolo di di Carlo Bonini e Giuliano Foschini "Il black bloc svela i piani di guerra. Ci siamo addestrati in Grecia". Un'intervista a un ragazzo, del quale è nota solo l'iniziale "F.", che svela l'esistenza di gruppi di black bloc istruiti militarmente in Grecia per seminare il panico in Italia. Il dialogo termina con queste battute:
Repubblica "Parli come un militare"
F. "Parlo come uno che è in guerra"
R. "Ma di quale guerra parli?"
F. "Non l'ho dichiarata io. L'hanno dichiarata loro"
R. "Loro chi?"
F. "Non discuto di politica con due giornalisti"
R. "E con chi ne discuti, ammesso che tu faccia politica?"
F. "Ne discuto volentieri con i compagni della Val di Susa"
R. "Sei stato in val di Susa?"
F. "Ero lì a luglio"
R. "A fare la guerra"
F. "Si. E vi do una notizia. Non è finita"
La Procura della Repubblica competente (credo che sia quella di Roma) deve accertare l'identità di questo fantomatico "F.". I giornalisti devono provare che le sue affermazioni hanno basi fondate. L'articolo collega gruppi terroristici con la protesta legittima dei valsusini contro un'opera devastante per il territorio, che costerà 22 miliardi di euro pagati dalle nostre tasse, che finirà tra vent'anni per trasportare merci in costante diminuzione. I treni attuali che transitano in Val di Susa sono pieni solo al 50/60%. Gli anarco insurrezionalisti in Val di Susa sono studenti, agricoltori, anziani, preti e sindaci. A quando la retata, caro Ingegnere? (www.beppegrillo.it)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi pare interessante e vorrei segnalare, sull'argomento, l'ultimo post pubblicato sul blog www.dirittoedemocrazia.wordpress.com

A riguardo dei black bloc

Lo scorso 15 ottobre si sono svolte manifestazioni dei cosiddetti “indignati” in 195 città di tutto il mondo: dall’Australia e dalla Nuova Zelanda, passando per l’estremo e il medio Oriente, fino all’Europa e agli Stati Uniti d’America.

Solo a Roma la manifestazione è degenerata in gravi disordini, devastazioni e violenti scontri con le forze dell’ordine; in nessun’altra città.

Solo a Roma pochi violenti organizzati sono riusciti ad avere il sopravvento sui molti, moltissimi, cittadini che esprimevano pacificamente le loro idee.

La domanda allora sorge spontanea: i black bloc sono attirati naturalmente dall’Italia, perché sanno di poter profittare di un clima politico molto confuso, di un governo debole e senza alcuna autorità, della scarsa prevenzione e della discutibile preparazione delle forze di polizia ?

Oppure, c’è dell’altro, magari poi neanche tanto velato ?

I più cinici, che per giunta sono anche forniti di memoria lunga, ricordano bene che la storia d’Italia è costellata di periodi drammatici, caratterizzati da momenti di forte tensione sociale.

Appunto, la “strategia della tensione”, le “stragi di Stato”, con la connivenza, o peggio, di iniziativa dei servizi segreti deviati, la “caccia alle streghe”, prontamente individuate nei “rossi” e negli anarchici. Tanti episodi oscuri, non completamente chiariti in tutte le loro possibili implicazioni, ma che avevano, anche, l’obbiettivo di preparare il terreno e di predisporre le condizioni per favorire i tentativi di svolte autoritarie di stampo fascista.

Anche questa volta, la prima vittima, diretta, delle azioni dei black bloc è la democrazia.

I cittadini che intendono proporre legittimamente le loro opinioni, manifestare pacificamente nei luoghi pubblici e che, giustamente, pretendono di essere anche protetti nell’esplicazione dei diritti di democrazia, con palesi strumentalizzazioni e grande mala fede, vengono accomunati ai violenti e agli abbietti motivi di questi ultimi; non sono autorizzati i cortei delle organizzazioni sindacali, nemmeno quelli previsti in occasione dell’esercizio del diritto di sciopero da parte dei lavoratori, garantito e tutelato dalla legge.

Addirittura, con scarso senso della legalità costituzionale, il Ministro dell’interno ha proposto di condizionare l’organizzazione di pubbliche manifestazioni e pacifici cortei di piazza alla possibilità di offrire solide garanzie patrimoniali per gli eventuali danni che si dovessero verificare !!

C’è da riflettere, e molto: cui prodest ?