Ieri mattina Anna Maria lo ha chiamato una, due, tre volte: «Silvio, svegliati». Lo ha scosso, ma l'uomo non ha risposto: «Gli ho preso il polso ma non ho sentito il battito». Uscita dall'auto, Anna Maria ha telefonato con il cellulare: «Non c'era credito ma ho composto il numero d'emergenza e ho chiamato l'ambulanza». Poi la donna è rientrata nella vecchia Fiat Punto e ha accarezzato il volto del fratello maggiore: «Non lasciarmi sola», ha implorato. Però Silvio Garino, 65 anni, non respirava più. Morto nel sonno durante la notte, forse per un infarto, secondo il medico legale Paolo Guizzardi. Disteso sul sedile posteriore di quell'auto che per lui e la sorella Anna Maria, di due anni più giovane, era diventata la casa.
Perché a fine maggio i due erano stati sfrattati per morosità da quel piccolo appartamento di Cirié, non pagavano più l'affitto e le bollette, la luce era stata tagliata. Non avevano un quattrino e «si erano ridotti a vivere come barboni», dice ora chi li conosce. «Non è vero - ha spiegato la donna al capitano Roberto Capriolo, comandante della compagnia di Venaria che ha competenza su Lanzo Torinese, centro di mezza montagna dove la coppia si era rifugiata -. Noi non abbiamo mai chiesto l'elemosina, non siamo dei mendicanti e nonostante le difficoltà di questi ultimi mesi, abbiamo sempre mantenuto, per quanto ci è stato possibile, un comportamento dignitoso». La donna giura che il periodo buio sarebbe finito presto: «Avevamo fatto domanda per la pensione e ci era stato promesso che l'avremmo ottenuta, così da poterci permettere di nuovo un alloggio».
(CORRIERE DELLA SERA)
...e si, è proprio un Paese di merda !
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