domenica 11 marzo 2012

La colpevolezza politica di Dell'Utri è già certa

Le sentenze vanno rispettate sempre, ma non possono essere stiracchiate per fargli dire quello che fa comodo, come sta facendo il Pdl con la sentenza Dell'Utri. Non è vero che la Corte di Cassazione ha assolto Marcello Dell'Utri, ma ha riscontrato delle pecche nella sentenza d'appello e quindi ha disposto il rinvio a un nuovo processo d'appello. Pertanto la condanna etica e politica rimane ed è pesante visto che riguarda rapporti consolidati di un rappresentante delle istituzioni con la mafia. I giudici non hanno annullato la sentenza senza rinvio e nemmeno disposto l'annullamento anche di quella di primo grado, come avrebbero potuto fare. Allo stato degli atti, dunque, resta valida soltanto la prima sentenza che condannava Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Non è nemmeno vero che la Cassazione ha voluto criticare la fattispecie di reato per cui il senatore del Pdl era stato condannato. Le critiche al concorso esterno in associazione mafiosa sono venute dal Procuratore generale, ma fino a che non saranno note le motivazioni della sentenza dire che la Corte condivide il suo giudizio è una illazione o una bugia. In ogni caso, tutta questa vicenda non può essere contrabbandata con la negazione dei rapporti tra cosche mafiose e poteri politici economici. Decenni di indagini, processi e sentenze hanno infatti dimostrato che senza quei rapporti e quelle oscure relazioni la mafia non esisterebbe o sarebbe da molto tempo stata sconfitta. Purtroppo anche quello che sta emergendo in questi giorni in merito all'uccisione del giudice Borsellino dimostra come, in tante occasioni, Stato e poteri mafiosi siano andati a braccetto e queste trame ancora non sono state rivelate. La Cassazione ha disposto un nuovo processo d'appello. Solo al termine di quel processo si vedrà se Marcello Dell'Utri è da considerarsi colpevole dal punto di vista giudiziario e penale oltre che da quello politico, come è già certo. (www.antoniodipietro.it)

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