martedì 20 marzo 2012

I silvietti su Twitter

Scusate, il retweet era sbagliato. Come non detto. Io mica le penso quelle cose. La mano mi è partita da sola. E se ho rilanciato tanta bestialità devo averlo fatto a mia insaputa.

La gaffe (gaffe?) di Guido Podestà, che ha rilanciato su Twitter una battuta idiota e politicamente criminale di tale Sarcastico, è di quelle che fanno pensare.

Fa pensare che i social – con la loro ineffabile rapidità - a volte servono a far fuggir dal seno ciò che qualche politico pensa davvero, e non direbbe mai in paludate interviste. In subordine, fa capire che dalla sconfitta della Moratti –­ che trascorse mesi a dare inutilmente del gruppettaro a Pisapia – il Pdl non ha imparato un beneamato nulla.

In ultimis, conferma che il lascito peggiore del berlusconismo è questa mania di ciarlare, chattare o twittare come si fosse al bar o in curva sud.

Come Silvio dimenticava di essere a Palazzo Chigi e non nella tavernetta di Arcore, i silvietti dimenticano di essere presidenti della Provincia e non della bocciofila sotto casa.

Come Silvio, i silvietti poi si scusano, precisano e smentiscono. Ma come Silvio finiranno per pagare il prezzo di tutta questa infantile disinvoltura.

Qualche follower in più, e tanti tanti voti in meno.

(Podestà fa sapere che si è trattato di un errore di colui che gestisce il profilo in sua vece. Come la Gelmini e la storia del tunnel. Come se la scelta dei collaboratori non fosse parte integrante del proprio agire politico, ma il frutto di un ordine superiore. Astratto e irresponsabile. Dal quale, alla bisogna, ci si può sempre smarcare). (Marco Bracconi http://bracconi.blogautore.repubblica.it/)

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