“Negli anni ’49, ’50 i cortei erano cose serie. Allora non c’erano le orchestrine: c’era gente che scendeva in piazza arrabbiata perché reclamava la terra e il lavoro. E poi in parlamento i partiti di sinistra cercavano di tradurre politicamente tutta quella energia popolare per ottenere risualti concreti, avanzamenti tangibili delle condizioni materiali delle classi che rappresentavano.”
Così parlava Mario Monicelli, in una meravigliosa intervista di pochi anni fa.
Ma erano altri tempi.
Oggi non pretendiamo neanche più degli avanzamenti tangibili delle condizioni di vita e di lavoro, ci basterebbe non dover tornare indietro, ecco.
Ma oggi abbiamo il PD.
Il PD che non scende in piazza né con i metalmeccanici, né con i No-Tav, come non è mai sceso in piazza in molte altre occasioni.
Ecco, se un partito di sinistra, il più grande partito di sinistra, prende sempre le distanze, si chiama sempre fuori per paura di chissà che cosa, di fronte alle innumerevoli manifestazioni di scontento che ci sono state nel Paese in tutti questi anni, diventa più inutile di un libro di Veltroni.
Quindi, la domanda che ci facciamo, seriamente, è questa: a cosa serve il PD?
Il PD serve a... (http://donzauker.it)
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