mercoledì 18 aprile 2012

Monti semina vento e raccoglierà tempesta


Il presidente del consiglio si complimenta con se stesso e dichiara che, grazie alle scelte del suo governo, l’Italia ha evitato uno shock distruttivo.

Ma di cosa parla, e chi vuole prendere in giro? Mentre lui evitava gli shock, negli ultimi tre mesi, 146.368 aziende chiudevano i battenti. Il saldo rispetto a quelle che invece sono entrate sul mercato è pesantemente negativo: 26.090 imprese in meno. Un bilancio in rosso che è triplo rispetto a quello del primo trimestre dell’anno scorso. Questo esecutivo continua a colpire gli onesti cittadini, lascia intatti i privilegi della casta e fa prosperare indisturbati gli evasori e i corruttori. Ogni giorno, davanti a Montecitorio, ci sono manifestazioni di protesta, di gente che soffre e con dignità chiede alla politica di restituire loro il maltolto: ieri gli specializzandidi medicina, oggi i cassaintegrati di alcune aziende collegate al fotovoltaico e domani si vedrà.

Questa è la realtà della società italiana, questa è la fotografia di cosa è diventata l’Italia oggi.
Il governo continua ad ignorarla e ripete che tutto sta andando bene.

Si comporta come Nerone che suona la cetra mentre per le strade impazza la disperazione e inizia a infuriare la protesta. Ormai i disoccupati si contano a milioni ma se le stime fossero oneste e trasparenti ne registrerebbero moltissimi in più. In media, nei tre mesi in cui Monti ha salvato l’Italia, si sono suicidate due persone al giorno: lavoratori disoccupati o imprenditori rovinati. Il miracolo dello spread si è rivelato un trucco da saltimbanchi: il tetto che tutti i commentatori, nessuno escluso, definivano catastrofico l’estate scorsa era di 400 punti. Dopo che Monti ha evitato lo shock gira intorno ai 380, e anche questo solo grazie agli acquisti massicci dei titoli di Stato italiani da parte della Bce. Presto, se le cose continuano così e non si attivano veri tagli agli sprechi e provvedimenti economici strutturali per la crescita e l’occupazione, questa protesta smetterà di essere pacifica.

Siamo a un passo dalla rivolta sociale e chi soffia sul fuoco non è chi, come noi dell’Italia dei Valori, chiama le cose con il loro nome ma chi fa finta di non vedere e di non capire. Se vogliono evitare la rivolta, sostengano i lavoratori, lascino perdere l’articolo 18 e curino anche gli interessi della povera gente e delle imprese oltre che quelli dei banchieri. Non se la prendano con noi che ci limitiamo a dire la verità e a denunciare un pericolo. (www.antoniodipietro.it)

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