giovedì 5 aprile 2012

Il placido Po

Chissà per quale mio misterioso e recondito difetto genetico, quando una persona crolla travolta da se stessa e dai propri errori, provo in fondo, in fondo, in fondo, in fondo, in fondo uno spasmo di malinconia. E’ un riflesso condizionato, come oggi per la resa di quel vecchio malato, che avrebbe dovuto ritirarsi dal palcoscenico otto anni or sono, quando fu colpito dall’ictus, anziché ostentare e trascinare la propria arrogante infermità com fossero stimmate di chissà quale martirio e investitura divina, quando si trattava soltanto di squallidi interessi di famiglia di corte, per cercare di sistemare figli disutili e bocce perse fedeli. Penso ai milioni che hanno creduto agli “ideali”, che pensavano di vendicare la propria torva ignoranza in un mito facile e infantile, che si ficcavano corna in testa per lui, che indossavano stracci color ramarro e che oggi scoprono di avere adorato un impostore. Poi ripenso ai figli orrendi, al familismo da coschetta padana, alla complicità con il Padrino Papi, alla tracotanza dei suoi scherani, agli insulti (Napoletanti colerosi, Romani ladri, stranieri da disinfettare) all’odio razziale che ha fomentato e sul quale ha lucrato e la malinconia passa. Sacro Po, portali via con te. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

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