sabato 14 aprile 2012

Un lavoratore del pallone



Ma quel ragazzo di 26 anni, Piermario Morosini, ucciso da un attacco cardiaco mentre giocava una partita di serie B, è anche lui un caduto sul lavoro o no? Il fatto che giocasse al pallone per vivere, anziché arrampicarsi su un’impalcatura o scavare fossati e che guadagnasse, (per il momento, perché tra pochi anni, ancora trentenne nessuno lo avrebbe più pagato e i suoi sogni di ex Under 21 già si stavano dissolvendo) certamente molto più di un muratore o di un metalmeccanico, rende la sua morte sul lavoro meno tragica? Può essere, un giovanotto che rincorre una palla, uno sfruttato anche lui o il momentaneo livello alto di reddito giustifica ogni trattamento da parte dei padroni e assolve noi spettatori che, in cambio di quei soldi pretendiamo che ci intrattengano sempre, anche quando per continuare a correre devono essere riempiti di porcate, ricuciti, pompati di antinfiammatori e di antidolorifici che coprono – senza risolverla – la patologia sottostante? (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

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