mercoledì 20 gennaio 2010


163 favorevoli, 130 contrari e 2 astenuti: ecco i numeri che hanno permesso l’approvazione del disegno di legge sul processo breve oggi al Senato, nel giorno che definiamo “della vergogna”.
Gli effetti di questo processo sono descritti alla perfezione nell’intervento fatto oggi in Aula dal senatore dell’Italia dei Valori Luigi Li Gotti di cui riporto nel blog video e testo. I discorsi vergognosi di chi ha, con faccia di bronzo, tentato in Aula di argomentare l’opportunità del provvedimento si commentano da soli. Il processo breve è uno schiaffo agli italiani e alle umiliazioni alle quali sono stati sottoposti negli ultimi anni. Se il provvedimento dovesse diventare legge, molti reati, dal furto allo stupro, rimarrebbero impuniti. Confido che, visti gli elementi di palese incostituzionalità, il Capo dello Stato non firmi il provvedimento o che lo stesso venga dichiarato incostituzionale dalla Consulta.

Dopo tutto, a cosa servono le istituzioni se non a limitare gli egoismi della politica?

Quello che oggi mi indigna maggiormente sono le affermazioni di un senatore del Pdl: "Tutto ci favorisce: Napolitano su Craxi, il Pd che vira sull'immunità ed era favorevole pure al decreto-Consulta, i voti segreti in aula convergenti con noi, siamo sulla strada giusta". A queste dichiarazioni, si aggiunge la strafottenza di Berlusconi che ha detto: "Napolitano? Tranquilli. So per certo che il processo breve me lo firma". E’ un quadro stucchevole che vede soltanto l’Italia dei Valori impegnata a tutelare i cittadini contro una classe politica volta a tutelare solo gli interessi e gli affari propri.
Vogliamo sapere, dunque, se possiamo ancora contare sulle istituzioni, e per saperlo basterà attendere la firma, o meno, del Capo dello Stato o il giudizio della Corte Costituzionale su questa futura legge. (www.antoniodipietro.it)

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