giovedì 21 gennaio 2010

NAPOLI - Se fosse un libro sarebbe «Lettere dall'esilio». Sandra Lonardo Mastella questa volta ne ha scritto una importante:«Sto per inviare una lettera al Presidente Napolitano e fare appello a lui sulla mia vicenda perché intervenga, laddove è possibile, per far in modo che si ponga fine a questa prigionia». Per la presidente del Consiglio Regionale della Campania, destinataria di un divieto di dimora in regione per la vicenda Arpac, sono stati fondati dalle donne dell'Udeur i comitati «Sandra libera» e si è già parlato di «nuovo caso Tortora».


«LA MIA PRIGIONIA» - Sandra Lonardo Mastella ha annunciato la lettera durante un’intervista a Klaus Davi per il programma tv Klauscondicio. «La mia - dice la Lonardo, colpita da un divieto di dimora in Campania nell’ambito dell’inchiesta Arpac - è una prigionia, una limitazione della libertà in un Paese dove l’ordinamento parla di presunzione d’innocenza fino al terzo grado di giudizio. Io sono stata, invece, già condannata». E anche il suo portavoce, settimana fa aveva parlato della vicenda richiamando il «caso Tortora»

«IO COME CRAXI» - «La misura restrittiva nei miei confronti - continua Lonardo - è da ventennio fascista per allontanare i dissidenti. Io e Craxi abbiamo storie diverse ma siamo stati mandati entrambi in esilio». La Lonardo, nel corso dell’intervista, assicura di non aver mai pensato al suicidio ma di aver comunque «vissuto momenti di forte sconforto: ho visto il buio nero specialmente all’inizio di questa vicenda giudiziaria».

«MA IO PERDONO» - Nonostante il grande disagio personale, sottolinea di essere «una persona che perdona e quindi mi piacerebbe provare a salutare Luigi De Magistris e vedere come si pone» perché - spiega - le sue indagini «sono una finzione, specialmente quelle su mio marito». Dicendo di credere che il magistrato «sia entrato in politica utilizzando tutto quello che ha fatto sulla pelle degli altri» guarda infine anche al leader dell’Idv, Antonio Di Pietro spiegando che da lui «mi aspetto di tutto» perché «ha fatto tante cose: quante famiglie hanno pianto, quante persone si sono tolte la vita?». (CORRIERE DELLA SERA)

La Mastella family non si arrende ! La faccia come il culo, non c'è niente da fare.



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