sabato 23 gennaio 2010



Se chi lo conosce non sapesse che Paolo Garimberti è una persona con i piedi per terra, verrebbe da pensare che si tratta di una gigantesca leccata da sicofante: “Silvio Berlusconi mi ha chiamato due volte in otto mesi. La prima per congratularsi con me per il mio insediamento e la seconda volta a Natale”. Questo infatti è quel che ha detto il presidente della Rai, Paolo Garimberti, nella giornata conclusiva della settimana della Fiction Rai a New York, stimolato dal presidente della Pbs, la tv pubblica americana, Neal Shapiro, a parlare del rapporto fra pressione politica e tv pubblica.

Che Berlusconi non abbia bisogno di chiamare Garimberti è evidente: da che esiste la Rai, il presidente non conta nulla perché tutti i poteri veri di gestione sono in mano al direttore generale, che in questo momento è Mauro Masi, ex capo della burocrazia di Palazzo Chigi, cioè uno dei posti di maggiore contatto con Berlusconi stesso.

A riprova che in Rai si fa esattamente quel che vuole Berlusconi, basta rileggere la cronaca di quel che fu deciso a palazzo Grazioli a primavera in un vertice tra Berlusconi e i caporali del suo partito e riscontrarlo con quel che poi è puntualmente avvenuto, inclusa la nomina di Antonio Di Bella al posto di Paolo Ruffini a Rai tre.

Con una ingenuità degna di migliore causa, Garimberti ha poi dato un’altra grande mano a Berlusconi spiegando che “c’è un paradosso nella Rai di oggi: ci sono più programmi anti Berlusconi che pro Berlusconi. Una delle ragioni per cui cerco di evitare le telefonate di Berlusconi è che si lamenta sempre del fatto che il servizio pubblico è contro di lui. E’ vero ma questa è una reazione di indipendenza contro le pressioni del governo”. (BLITZ QUOTIDIANO)


In America hanno scoperto che dopo Alice, ora c'è Garimberti nel paese delle meraviglie.

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