mercoledì 13 gennaio 2010

Anche se il Presidente del Consiglio è apparso alle telecamere con fare da pulcino infreddolito e sconsolato, caduto dentro il piumino regalatogli dall’amico Putin, gli avvoltoi del suo partito, quello dell’amore, sono in guerra contro la giustizia e le istituzioni come prima e più di prima.
Invito la politica assennata ad ascoltare l’appello del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, il quale afferma che il processo breve “non rende giustizia alle vittime dei reati”, mentre rischia di “offrire l’impunità a chi ha commesso fatti delittuosi”, perché è una richiesta che proviene da chi già conosce l’effetto di un simile provvedimento.
Il nostro Paese sta facendo i conti con l’acuirsi della crisi economica. La politica quale messaggio sta lanciando?
Quando arriveranno le risposte della politica alle imprese?
Il processo breve, il legittimo impedimento e un nuovo lodo Alfano sono le giuste risposte alla crisi?
Che genere di dialogo cerca il "partito dell’amore"? Quello finalizzato al ripristino dell’immunità parlamentare: il disegno di legge (atto Senato 1942), silenziosamente depositato in questi giorni e il cui testo giace nei meandri di Palazzo Madama, e che riporto di seguito?
1. L’articolo 68 della Costituzione è sostituito dal seguente: «Art. 68. - I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, a misure restrittive della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di un sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza. L’autorità giudiziaria quando, al termine delle indagini preliminari, ritenga di esercitare l’azione penale nei confronti di un membro del Parlamento, ne dà immediata comunicazione alla Camera di appartenenza, trasmettendo gli atti del procedimento. Entro il termine perentorio di novanta giorni dalla comunicazione, nel corso dei quali il procedimento è sospeso, la Camera decide se disporre, a garanzia della libertà della funzione parlamentare, la sospensione del procedimento per la durata del mandato.
Perché, mentre l’assalto alla giustizia ha assunto un’accelerazione sorprendente, la riforma tributaria ha contorni vaghi e indefiniti?
Perché nessuno nota questo filo ricattatorio tra due riforme scaltramente avanzate a braccetto. La prima sulla giustizia, iniqua e utile a pochi e da portare a termine immediatamente, mentre l’altra, tributaria, urgente e utile a tutti, appare estratta dal cilindro con contorni e tempi vaghi, quasi a smorzare la vergogna della prima?
Il partito dell’amore, purtroppo, non riesce a conquistarmi poiché dietro ogni gesto intravedo ancora la solita finalità: rafforzare gli interessi affaristici di un gruppo di potere politico, più o meno ampio, a scapito dei principi democratici e dei bisogni reali del Paese.
Nella classe dirigente della maggioranza non vedo la capacità di guardare al futuro, al di là del proprio orticello, per rilanciare il sistema economico e politico.
L’Italia ha bisogno di guardare al futuro mentre la politica del governo puzza sempre più di naftalina. (www.antoniodipietro.it)

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