sabato 7 agosto 2010

Coraggio compagni del Pd, la missione è ardua ma potete farcela, e sia detto senza complimenti: siete partiti col piede giusto.

Perdere non sarà un gioco come nel 2008, quando avevate avuto due anni a disposizione per deludere il vostro elettorato tradendone ogni pur modesta aspettativa. Stavolta è lui, il già trionfatore, a dover fare i conti con due anni e passa di insuccessi, con un paese impoverito, un partito sfaldato, un’immagine corrosa, una classe dirigente che chiamarla squalificata è farle un complimento. Il rischio di vincere è fortissimo. Per fortuna siete corsi ai ripari per tempo.

Non ce ne sarebbe bisogno, essendo maestri nell’arte eletta delle disfatte studiate a tavolino, ma ci permettiamo lo stesso di fornirvi alcuni consigli, del resto in linea con le prime mosse di questa campagna elettorale che si promette lunghissima.

Ci sono due leader nell’opposizione che, pur diversissimi fra loro, riescono a comunicare con l’anima e con i sentimenti del vostro elettorato, esercizio per voi da anni proibitivo: Nichi Vendola e Antonio Di Pietro. Allontanateli immediatamente e se proprio non ce la fate piazzateli almeno in seconda o terza fila. Vi regalerebbero un pericoloso consenso.

Vendola in particolare ha già vinto due volte, a sorpresa e contro ogni previsione, nella sua regione, già storico feudo della destra. Se non state attentissimi rischia di farvi il medesimo scherzetto sull’intero territorio nazionale. In campana.

Ad ogni accenno di crisi imminente, palesate una tremebonda paura del popolo votante e puntate i piedi per evitare quanto più a lungo possibile di consultarlo. Per chi si riempie la bocca a proposito e più spesso a sproposito con i sacri princìpi democratici mostrare un sincero terrore per ogni esercizio democratico, dalle primarie alle elezioni propriamente dette, è garanzia di sicura impopolarità.

Al posto delle elezioni, soluzione semplice, per tutti comprensibile e di facile presa, sfoderate marchingegni quanto più politicanti e incomprensibili possibile, governi tecnici, istituzionali, di transizione, di unità nazionale… Vediamo anche noi la controindicazione: li avete già sperimentati tutti. Non importa, è come una giostra. Basta attaccare la musica e ripartire.

E’ tuttavia opportuno indicare, come nocchiero di questa sgangherata scialuppa governativa, una figura del tutto invisa alla vostra gente, possibilmente da voi stessi vituperata sino a un attimo prima. Giulio Tremonti è un passo nella giusta direzione, Cesare Previti sarebbe ancora meglio.

Evitate come la peste, infine, ogni pur vago riferimento di merito ai disagi sociali che toccano da vicino la vita e le condizioni materiali degli elettori. Potrebbero motivarli e persino spingerli a votarvi. Una campagna ridotta a un solo slogan, “Berlusconi è brutto”, sarebbe l’optimum.

Un estremo sforzo, compagni, poi potrete riposare in pace. Se ce la fate a perdere anche stavolta, per voi sarà finalmente l’ultima. (Andrea Colombo - www.glialtrionline.it)

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