giovedì 25 febbraio 2010
Fuori dalle liste i semplici indagati? Assurdo, finisce che le liste le fanno i magistrati. Fuori i rinviati a giudizio? Stessa cosa: oggi un processo non si nega a nessuno. Fuori i condannati in primo grado? Inconcepibile, sai quante sentenze vengono rovesciate in appello? Fuori dall'appello, allora: no, perché non è comunque una sentenza definitiva, tanto vale aspettare la Cassazione. Perfetto, dalla Cassazione: beh, sì, anche se per i reati gravi l'esclusione è automatica, e comunque ci vuole un sacco di tempo, che fai se è in corso una revisione? Che fai se rimandano in Appello? Che fai se c'è un ricorso alla Corte europea? Che fai se tizio è indagato o condannato all'estero? Che fai se una candidatura è motivata proprio da una condanna penale, come fecero con Enzo Tortora? E se un tizio è reo confesso ma neppure indagato? Allora puoi candidarlo? E se un indagato ottiene il patteggiamento? Lo consideriamo una condanna o no? Allora - mi dici - l'unica è decidere caso per caso con discrezionalità e attenzione: ma scusa, non è quello che avreste sempre dovuto fare? Prima, cioè, candidavate cani e porci? Morale: più che pulite, servono liste serie e che garantiscano complessivamente la necessaria igiene penale e istituzionale, non dentale. (FILIPPO FACCI - LIBERO -)
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