domenica 28 febbraio 2010

Prendiamo un ventenne che provi a farsi un'idea della politica italiana. Negli ultimimesi ha visto di tutto. Il governatore di una importante regione ricattato da un gruppo di carabinieri per le sue frequentazioni trans. Il capo della protezione civile indagato per corruzione e che, nel migliore dei casi, non si è accorto che intorno a lui si mangiava a tutto spiano su grandi opere ed emergenze umanitarie, terremoto compreso. Un senatore della repubblica “schiavo” del crimine organizzato. Due imperi telefonici coinvolti nell'inchiesta sul riciclaggio di denaro sporco e colossale frode di fatture false. Il premier accusato di corruzione giudiziaria che evita la galera grazie alle leggi personali approvate da una maggioranza parlamentare al suo servizio. Il principale telegiornale che falsificando la realtà annuncia l’assoluzione, e dunque l’innocenza del suddetto premier (che intanto insulta a tutto spiano la magistratura). Ce ne sarebbe già abbastanza per indurre un qualunque giovane desideroso di un futuro normale (non circondato cioé da delinquenti e mascalzoni) a cambiare paese. Se poi sono ancora decine di migliaia quelli che, malgrado tutto, corrono a riempire piazza del Popolo a Roma per dire basta (in sintonia forse non casuale con il Capo dello Stato) significa che qualcosa da salvare ancora c'è. Qualcuno scriverà che l'altra volta il popolo viola si presentò molto più numeroso, ed è vero. L’importante che la parte più viva di una generazione maltrattata mostri di volere ancora scommettere su se stessa. E sull’Italia. (ANTONIO PADELLARO - IL FATTO QUOTIDIANO -)

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