martedì 26 ottobre 2010

Marchionne non ricatti gli italiani



Marchionne non ricatti gli italiani e non scarichi le responsabilità del fallimento dell'azienda sui lavoratori. L'Italia dei Valori ritiene che l'industria dell'auto con il suo enorme indotto abbia un futuro solo se è capace di innovare i prodotti legandoli alle nuove necessità ambientali e di mobilità delle persone e delle merci. In Italia si producono 650 mila autovetture all'anno e il mercato nazionale ne assorbe oltre due milioni, mentre in Francia e in Germania la produzione nazionale è superiore al proprio fabbisogno, cioè si produce di più di quanto si riesca a vendere. Questi dati mostrano che, per un'industria come la Fiat, capace di investire ben più di quello che è stato dichiarato in ricerca e innovazione e, quindi, in prodotti ad alto valore aggiunto, esistono spazi importanti nel nostro Paese. Oggi la Fiat, percentualmente, sta perdendo sul mercato più di quanto sia il calo medio dello stesso e, da due anni, gli impianti italiani stanno funzionando al di sotto del 50%. Ciò che dichiara Marchionne, quindi, rischia di diventare semplicemente una foglia di fico. Infatti, per coprire l'enorme debito del gruppo, l'assenza di nuovi modelli ad alto valore aggiunto e la perdita progressiva di quote di mercato, l'amministratore delegato della Fiat scarica le responsabilità sui lavoratori.
Marchionne ha affermato che vuole adeguare i salari degli operai a quelli dei concorrenti europei: è cosa buona e giusta. Noi ci auguriamo che sia così anche per gli stipendi dei manager italiani. Ricordiamo, infatti, che l'amministratore delegato della Fiat percepisce 430 volte lo stipendio di un suo operaio e, sulle stock options, paga il 12,5% di fisco mentre un dipendente Fiat paga mediamente il 27%, pur percependo al netto 1200 euro mensili. Queste sono le ragioni che ci inducono a dire che la Fiat non può permettersi un tono ricattatorio nei confronti dell'Italia. è utile che riparta un dialogo con le parti sociali al fine di creare migliori condizioni per gli investimenti e un lavoro che non sia privato dei diritti fondamentali. (www.antoniodipietro.it)

1 commento:

Anonimo ha detto...

La FIAT é dei lavoratori. Gli ad vadano a casa e si guadagnino il pane onestamente, e non facciano gli schiavisti dell'ultima ora. Giuro: non comprerò più un'auto FIAT finché c'é Marchionne.