lunedì 5 aprile 2010

Il «Berlusconi 2.0» avrà bisogno di un buon antivirus. Lo sbarco del premier sui social network e la scelta di rilanciare la comunicazione del Pdl anche sulla Rete non si limita a creare un nuovo canale per la comunicazione politica con cittadini ed elettori. Intacca anche uno dei santuari dell’antiberlusconismo, che nel web ha sempre trovato un terreno fertile. Parodie su YouTube, gruppi «anti» su Facebook.
Per non parlare di chi, proprio partendo dalla Rete, ha fondato un movimento politico portandolo fin nelle urne, come Beppe Grillo. E infatti sono proprio i grillini, i fan dei «meet up» che hanno spinto il Movimento 5 stelle alle ultime elezioni regionali, quelli che peggio hanno digerito la svolta-web del Cavaliere. Indicativo è il finto video di Berlusconi che, su YouTube, spiega di aver voluto copiare il comico genovese.
Solo uno scherzo, ma anche una cartina di tornasole del timore che «ora questo vuol batterci sul nostro terreno», come spiega un attivista dei meet-up. Qualcuno, dalle stesse posizioni, riconosce a Silvio il merito di aver «compreso» il valore del web, anche se ammoniscono: «Attento, il web è democratico, non è come la tv». Ma i più non sono affatto ammirati, solo preoccupati dalla possibilità che le capacità mediatiche riconosciute al premier possano aver trovato un nuovo mezzo di comunicazione, ancora più diretto. E sono proprio quanti sul web fanno politica (o antipolitica), insomma, che vedono il Berlusconi 2.0 come fumo negli occhi. Praticamente un’«invasione di campo» che viola quello che finora era stato il terreno su cui popolo viola, grillini, e ultimamente pure Santoro con il suo «Raiperunanotte» avevano potuto giocare in scioltezza.
Ora le cose potrebbero cambiare, e il concorrente non è di scarso peso. «Si è comprato pure Facebook?», sdrammatizza scherzando un certo «Mixspira». E non mancano i web-snob: «Qui non ci sono sostenitori prezzolati, qui gli applausi bisogna meritarseli. Per adesso l’intera classe politica italiana (salvo rare eccezioni) si merita ben altro».
Ma tra detrattori e fan (molti lodano il premier: «Lei è troppo avanti!»), spunta chi ipotizza «attacchi» più diretti rispetto alla satira e alle offese diffuse in Rete. Attentati che - vantaggio del web - sono solo informatici. Sono gli hacker antiberlusconiani, pronti a mettersi in azione per sabotare la discesa nella Rete del Cavaliere. Qualcuno minaccia il semplice spam, inondando di commenti sarcastici qualsiasi post «targato» Silvio sui social network. Qualcuno promette azioni più mirate. Attacchi informatici, per boicottare Silvio mettendo fuori uso la sua «voce» sul web. (IL GIORNALE)


Non so perchè ma io tifo per gli hacker antiberlusconiani.

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