lunedì 19 aprile 2010

Ogni volta che va in onda il telegiornale più visto d'Italia, sulla sua pagina Facebook ufficiale impazzano critiche e insulti. Ma nella redazione del Tg1 nessuno sa niente.

Fino a qualche anno fa l'unica comunicazione possibile era quella "uno a molti": un'emittente trasmetteva un messaggio e una moltitudine di fruitori, passivamente, ricevevano. Le cose, si sa, ora sono cambiate: oggi grazie al web ogni messaggio che attraversa i media generalisti, su Internet viene poi analizzato, valutato, commentato, lodato o criticato. Al Tg1 - come delle escort a Palazzo Grazioli - di tutto ciò non se ne sono accorti. Ai tempi della direzione Riotta, quelli del tg della rete ammiraglia decisero di aprire una pagina Facebook. Niente di sconvolgente, per carità, solo una pagina dove pubblicare dei link al video all'ultima edizione del tg. Per un po' la cosa è andata avanti tranquilla, senza troppi sconquassi.

Poi, dalla scorsa estate, da quando Augusto Minzolini ha avuto in premio il timone del tg, la stessa pagina si è trasformata in un luogo d'incontro, di appuntamento della famosa platea "riceventi" che non gradiscono il tipo d'informazione del Tg1. Conta circa 6000 fan, il Tg1, ma di utenti contenti della minzo-informazione non se ne vedono. É invece tutto un muro di critiche, insulti, accuse: "Buffoniiiiiiiiiiiiiiiiiiii"; "minzolini imbroglione"; "I miei più vivi complimenti per il peggior telegiornale della storia" i commenti più moderati; "prescrizione non è assoluzione!!!" ripetono come un mantra molti altri, in riferimento alla copertura data dal Tg1 sulla sentenza Mills.

Ma possibile che a Saxa Rubra nessuno si accorga di quanto avviene on-line, che nessuno abbia mai tempo per rispondere, per chiarire l'idea di servizio pubblico che hanno al Tg1? Questa domanda se l'è posta anche un blogger degli Amici di Beppe Grillo di Milano Ovest che si è posto un obiettivo a prima vista molto semplice: chiedere alla redazione del Tg1 come rispondono alle critiche che collezionano giorno dopo giorno su Facebook. Il risultato è questo video che pubblichiamo di seguito; un video di telefonata che sembra in realtà la trasposizione su YouTube di un romanzo di Kafka. Di numero di telefono in numero di telefono, di centralino in centralino, il nostro povero blogger viene risucchiato in un vortice di "non saprei", "non so che dirle"; "le do un altro numero". Il tutto finisce con un buco nell'acqua: nessuna risposta. Eppure la domanda di blogger e "riceventi" sul piatto e qui sul web riceve nuova linfa: cosa rispondono dal Tg1 alle domande dei cittadini? La domanda, miei cari, è sospesa nel vento. Anzi, tra i corridoi di Mamma Rai. (REDAZIONE DEL FATTO QUOTIDIANO)

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