venerdì 30 aprile 2010

Il presidente del Senato, seconda carica dello Stato e dirigente di vertice del partito di maggioranza che tiene sotto assedio la prima carica dello Stato, intende imporre il suo potere anche fuori dell’ambito istituzionale. Intende che sia vietato ai non addetti ai lavori (che sono esclusivamente il suo capo e i suoi clienti e dipendenti) di parlare della sua vita e di attività pregressa, ovvero le frequentazioni, i rapporti d’affari e quella vasta zona solitamente inesplorata che collega un avvocato intraprendente a coloro che si affidano a lui, anche in circostanze non chiare e dunque non esenti (quando si vive in democrazia) dalla libera discussione. Un esempio alto.

In nome della lotta al terrorismo, il più celebre fra gli avvocati liberal americani, Alan Dershowitz, ha prodotto un non dimenticato elogio della tortura, che non ha giovato al suo prestigio di intellettuale progressista. Un esempio più basso: quando Rudolph Giuliani era pubblico accusatore e John Gotti il perenne indagato come "capo dei capi" della mafia americana, ben quattro avvocati sono finiti sotto accusa perché ritenuti troppo legati alla causa del loro difeso. Ma questo avviene in società libere in cui le discussioni sono furibonde, ma le opinioni, per quanto vigorose, non diventano mai capi d’accusa e motivi di vendetta. Non in questa Italia dei diritti negati. Qui la vendetta è di casa. Se ti esponi con i fatti paghi. E così la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato, forte delle umiliazioni e degli attacchi riservati al suo collega, il presidente della Camera, divenuto risibile (vedi il Giornale) per omessa obbedienza, sa di potersi vendicare con chi ha osato descrivere la sua carriera prima di arrivare così in alto.

Tale carriera non assomiglia in nulla a quella di ogni altro presidente del Senato italiano, prima e dopo il fascismo. Imbarazzo? Nei dintorni della casa madre di Arcore si risolve facilmente: fai causa civile, chiedi una immensa somma di denaro (nel caso de “il Fatto) quasi un milione di euro), usi le tue risorse legali gratuite per impegnare gli sconsiderati messaggeri di fatti documentati e inchiodarli per anni, a costi altissimi, deducibili dal costo della libertà. E non ti preoccupare di eventi e persone realmente esistiti. C’è sempre un Tg1 per cancellare le impronte. E ci sono gli altri telegiornali per tacere. Voi dite: ma si rivolterà la professione, il Paese. La seconda carica dello Stato confida che ciò non avverrà. C’è chi conosce bene la pratica della "moral dissuasion". (FURIO COLOMBO - IL FATTO QUOTIDIANO -)

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