martedì 15 giugno 2010

Al voto, al voto. La minaccia è sempre quella, l’arma è sempre lì, affilata e pronta all’uso. Per il premier e il suo entourage, sul ddl-intercettazioni c’è poco da scherzare: o passa così come l’ha sfornato il Senato, o si va allo scontro. Alla resa dei conti. Al redde rationem. Almeno secondo le indiscrezioni che filtrano dal Palazzo, sotto forma di retroscena, di frasi rubate o di gesti eloquenti. E per capire che dietro le indiscrezioni c’è qualche fondamento, basta leggere le parole del senatore Gaetano Quagliariello («se non si rispettassero le deliberazioni assunte all’unanimità, saremmo di fronte a un atto di rottura») o le “velate minacce” dell’onorevole Osvaldo Napoli (se i finiani non si adeguano «ne vedremo delle belle»).

Insomma, ci vuole poco a preparare un bel processo per alto tradimento, un autodafé che purifichi il Pdl da ogni tentativo di discussione, di confronto, di riflessione. Di politica. Poco importa se c’è una manovra finanziaria da approvare, questa sì, con urgenza (vero Giulio Tremonti?). Poco importa se una legge di questo tipo suscita moltissime perplessità. Poco importa se preoccupazione e disagio arrivano da ambienti non “militanti”, da editori di ogni simpatia politica, da giuristi, uomini delle forze dell’ordine e giornalisti. Poco importa. O così, o così. O così, o rottura. O così, o il voto.

Certo, poi sarebbe difficile spiegare al paese il perché di una crisi politica nel bel mezzo di un’altra crisi economica e sociale. Sarebbe difficile spiegare agli italiani, caduto il governo e indette magari nuove elezioni, perché tanta fretta su una norma che, oltretutto, a detta di molti osservatori, avrebbe messo non pochi bastoni fra le ruote alla lotta alla criminalità. E sarebbe difficile spiegare a Umberto Bossi la morte prematura del federalismo fiscale.

Una norma siffatta giustificherebbe un salto nel buio per tutto il paese? Ne varrebbe la pena? Quale beneficio ci sarebbe per l’Italia? E soprattutto, qualcuno avrebbe davvero il coraggio di spiegare agli italiani, agli elettori del Pdl una scelta del genere? O questa legge sulle intercettazioni o al voto. Chissenefrega della crisi economica? Chissenefrega della lotta alla criminalità?

Vedremo se le minacce diventeranno realtà. Per ora sembra impossibile. Per ora sembrano piuttosto le minacce di chi sa di non poterle mettere in pratica. È per questo che non si può che rispondere come Totò con un sacrosanto: ma mi faccia il piacere… (FILIPPO ROSSI - FAREFUTURO -)

Nessun commento: