sabato 29 maggio 2010

Il presidente del Consiglio, questa mattina, ha insultato la Costituzione. Dopo la decisione dei giorni scorsi sulla crisi finanziaria, presa dal Consiglio dei Ministri, il Premier stamattina aveva espresso l'intenzione di non firmare il provvedimento se prima non lo avesse firmato il capo dello Stato. Solo qualche ora dopo, e probabilmente dietro consiglio, ci ha ripensato.
Berlusconi, in preda ai suoi deliri, forse non si rende più conto che è lui il Presidente del Consiglio ed è lui che deve assumersi determinate responsabilità.
Il Capo dello Stato è l'arbitro della situazione, mentre la gestione della cosa pubblica spetta al Premier e al suo Governo. Una differenza sostanziale dei ruoli che tra l'altro Berlusconi ha già dato prova di conoscere molto bene.
Probabilmente il Presidente del Consiglio cercava un complice, qualcuno che potesse metterlo a riparo da un futuro che comincia a temere.
A Napolitano toccherà dare un voto: dirà se reputa la manovra corretta o sbagliata. Ma le responsabilità del provvedimento saranno tutte del Governo che l'ha disegnato.
Mi auguro, sinceramente, che adesso Napolitano riprenda formalmente Berlusconi. Il premier aveva cercato, ancora una volta, di stravolgere totalmente la Costituzione. Voleva che il Capo dello Stato diventasse responsabile delle azioni del Governo.
Un Governo, quello targato Berlusconi, che ancora una volta "piange e fotte" alle spalle degli italiani. Questa manovra economica pesa esclusivamente sulle fasce più deboli e sulle zone più povere del Paese, che saranno costrette a stringere la cinghia e a trainare l'Italia fuori dalla crisi.
Una crisi che per il Premier è caduta dal cielo qualche giorno fa, dopo oltre un anno di bugie e ottimismo insensato.
Noi crediamo che questo Governo debba far pagare le tasse a coloro che con o senza lo scudo fiscale hanno rubato tanti soldi agli italiani, cominciando dallo stesso Presidente del Consiglio che ne ha fatte tante, come col conto All Iberian.
Ma d'altronde stiamo parlando di una classe dirigente che, mentre il sistema euro rischia il collasso, trova il tempo per una legge vergogna come quella sulle intercettazioni. Una legge alla quale ci opponiamo senza scampo e per la quale raccoglieremo le firme affinché venga abrogata. (www.antoniodipietro.it)

Nessun commento: