lunedì 3 maggio 2010



ROMA - Prima la polemica sportiva, poi quella politica adesso la denuncia. La vittoria dell'Inter sulla Lazio all'Olimpico, o meglio la sconfitta dei biancocelesti davanti ad un pubblico di casa entusiasta del risultato negativo riportato sul terreno amico, sta diventando sempre più un caso. L'ultima novità arriva dal presidente Lotito che in un lungo comunicato svela di aver ricevuto minacce di morte «se non battete l'Inter». Lo denuncia lo stesso presidente biancoceleste che rivela che in una busta gli sono arrivati anche «proiettili di grosso calibro».

IL PDL INSORGE - Perdendo contro i neroazzurri la Lazio ha di fatto sgambettato i «cugini» della Roma che si ritrovano di nuovo in posizione di inseguimento. Tanto basta per accendere le polveri. Il capogruppo dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, tifoso giallorosso, non usa mezzi termini e dalle sue parole emerge più di un sospetto di «inciucio». «E' stata scritta una pagina di vergogna - ha commentato l'ex ministro, grande tifoso romanista -. L'Inter potrà vincere lo scudetto, ma per quello che si è visto ieri all'Olimpico, sarà uno scudetto simile a quello ottenuto con le telefonate di Facchetti agli arbitri». Non solo: la partita di ieri, per Gasparri, dovrà essere vagliata dagli organi di vigilanza della Federcalcio. «Capisco la tradizionale contrapposizione tra la tifoseria laziale e quella romanista - ha commentato -, ma ieri si è superato ogni limite. C'è lavoro per la Federcalcio. La vittoria dell'Inter ci poteva senz'altro stare, ma non in quel modo e non in quel clima. I neroazzurri rischiano di raggiungere l'obiettivo dello scudetto con modalità ignobili». Non è da meno Daniele Capezzone, che del Pdl è il portavoce: «Quello che è accaduto all'Olimpico è un vero e proprio 'spot' contro il calcio, contro lo sport, contro i principi della lealtà sportiva, che sono stati in tutto e per tutto calpestati. Dirigenti, tecnici e giocatori della Lazio dovrebbero dare spiegazioni convincenti di quello che è accaduto. E addolora anche il comportamento del pubblico: per anni, avevamo detto che il pubblico era ormai l'ultima trincea della passione e dell'amore per lo sport, ma ora dobbiamo prendere atto di una vera e propria farsa che ha visto anche un intero stadio pienamente coinvolto e consenziente».

IL FRONTE DEL'OPPOSIZIONE - Su questa linea si trovano riscontri anche sul fronte del centrosinistra. Elio Lanutti, senatore dell'Idv e già leader dell'associazione di consumatori Adusbef, parla di «un copione scritto già da tempo dai tifosi laziali» che «ha trasformato il campionato italiano in una farsa». e dice che «all'Olimpico è stata scritta una delle pagine più brutte per tutto lo sport italiano, uno scandalo senza precedenti con il comportamento antisportivo dei giocatori della Lazio che hanno giocato una partita per perderla, con un atteggiamento totalmente arrendevole. E ancora più immorali i tifosi che tifavano contro la propria squadra». «Ieri sera abbiamo assistito a una vera e propria vergogna- ha detto invece il consigliere regionale del Pd Lazio, Enzo Foschi -, determinata in primo luogo dalla scelta di non far giocare contemporaneamente partite così importanti dove per la corsa allo scudetto e per la lotta a non retrocedere. Aver permesso alla Lazio di scendere in campo, essendo già a conoscenza del risultato delle altre partite è stata una scelta, sotto gli occhi di tutti, che ha di fatto, falsato il campionato». Non solo: «L'impressione vedendola è stata quella di una partita assolutamente finta. Ieri è morto lo sport: l'atteggiamento dei calciatori della Lazio rappresenta, infatti, la negazione dei valori sani che esso porta in sè. Per questo sarebbe opportuno che in un sussulto di dignitá la Lega Calcio proponesse un minuto di silenzio in ricordo dei valori e dell'etica sportiva, prima delle partite della prossima giornata di campionato».

I DUE PRESIDENTI - Inevitabili anche le reazioni del mondo dl calcio. A partire da quella a caldo di Rosella Sensi, presidente della Roma, secondo cui «io al posto dell'Inter mi sarei vergognata di vincere in quel modo». Oggi le ha replicato il patron neroazzurro Massimo Moratti: «Devo dire che è un problema fra Roma e Lazio, non è un problema che riguarda l'Inter». Ma quanto al vergognarsi, ha commentato, «Non so per cosa: rispetto la sensibilità della presidente romanista e preferisco non rispondere». «Io sarò particolarmente apprensivo ma ho sofferto fino alla fine - ha aggiunto Moratti -. Più che altro il pubblico era assolutamente schierato per noi e questa era una situazione molto strana». (CORRIERE DELLA SERA)

In quanto tifoso juventino sgombro il campo da ogni sospetto : l'Inter non c'entra niente.

La società milanese sapeva che ambiente avrebbe trovato all' Olimpico, ma da qui a dire che si devono vergognare appare lontano dalla realtà. Il campionato è stato falsato da chi ha permesso che a tre giornate dalla fine non si giocassero le partite in contemporanea, e ovviamente dalla Lazio. La responsabilità laziale sta nell'aver ceduto alle pressioni dei suoi ultras, che per tutta la settimana avevano "consigliato" ai propri giocatori di "scansarsi" davanti agli attacchi degli interisti. L'unico che forse non aveva recepito il messaggio, vuoi per una questione linguistica perchè argentino, è sembrato essere il portiere Muslera che per lunghi tratti della partita ha parato di tutto. Poi evidentemente qualche compagno gli ha spiegato quale doveva essere l' andazzo, e lui si è chetato.

L'unica cosa certa è che a questa comica non ci sarà nessun seguito, anche perchè è sicuro che non c'è niente di scritto o intercettazione telefonica che può accertare la combine.

Alla fine l'Inter vincerà lo scudetto, la Roma sarà seconda e la Lazio resterà in serie A, poi i conti si regoleranno nel prossimo campionato.

Nessun commento: