Per comprendere come il 23 maggio a Palermo, così come nel resto del Paese, non sia un giorno qualsiasi, basta osservare l’ingresso dell’aula bunker del carcere Ucciardone. Oltre tremila studenti arrivati da tutta Italia a bordo delle due navi della Legalità, ribattezzate «Giovanni» e «Paolo», accompagnati dai propri insegnanti, si sono incontrati poco dopo le nove del mattino, per stringersi nel ricordo commosso del 18 anniversario della strage di Capaci. La data di quell’attentato mafioso, che costò la vita al giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, e ai tre agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, rapresenta dunque un momento di riflessione cui i giovani hanno dimostrato ancora una volta di non voler rinunciare.
Ma soprattutto testimonia come quel sacrificio non sia stato vano. Aperto con la lettura di un messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha ribadito il «sostegno alle indagini che cercano di chiarire gli aspetti ancora oscuri delle stragi», l’incontro ha visto la partecipazione di alcuni dei più alti rappresentanti dello Stato e della magistratura. Dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, che ha anche deposto una corona di fiori sul logo dell’eccidio, al Guardasigilli Angelino Alfano, al ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini e il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Da tutti, l’appello rivolto ai giovani è stato quello alla coesione contro un nemico comune: la mafia. (LA STAMPA)
Non so a voi, ma vedere in tv Alfano (Alfano !!!!), Gelmini (la Gelmini !!!!) e Maroni, a questa importantissima ricorrenza, mi girano notevolmente i coglioni !
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