Presentiamo oggi una proposta che l’Italia dei Valori ha sottoposto al governo per combattere meglio l’evasione e l’elusione fiscale.
Voglio fare una premessa: l’IdV non fa parte della strana maggioranza che appoggia questo governo, però con questo governo intende confrontarsi nel merito dei problemi. Laddove il merito è inaccettabile noi respingiamo i provvedimenti del governo. Laddove le proposte sono accettabili, siamo ben lieti di approvarle. Laddove vanno rimodulate ce ne facciamo carico, così come ci stiamo facendo carico di proporre una serie di emendamenti strutturali al decreto sulle liberalizzazioni, che riteniamo essere un buon punto di partenza ma che contiene errori tecnici e strutturali che devono essere corretti prima che venga approvato.
Sappiamo bene che ormai va di moda il ricorso ai decreti legge, però attraverso una dialettica preliminare, in sede di commissione, con il governo, anche in questo caso si può intervenire nel merito.
Soprattutto si può intervenire nel merito attraverso impegni concreti, che si possono chiedere al governo e che il governo può assumersi su alcuni temi fondamentali, e tra questi c’è l’evasione fiscale. Non v’è dubbio che la principale ragione che determina il debito pubblico è l’enorme quantità di evasione e di elusione fiscale e la difficoltà di combatterla.
La nostra proposta deve avere attirato l’interesse del governo, perché abbiamo visto che già ieri è uscita sulle agenzie una anticipazione secondo cui il governo sta studiando in maniera approfondita questa proposta. Oggi verificheremo se sono decisi a passare dalle parole, non dico ai fatti, ma all’impegno.
In seguito all’eventuale approvazione di questa mozione, noi abbiamo già pronto un disegno di legge strutturato da discutere in Parlamento. E siccome questo Parlamento non lo farebbe mai, se non stimolato “spintaneamente”, ci auguriamo che il governo possa prenderlo in mano e, visto che fa tanti decreti legge, ne possa fare uno che serve per recuperare soldi, tanti soldi.
La nostra proposta si basa su una rivoluzione culturale nel rincorrere l’evasore fiscale. Sinora tutto il sistema dei controlli si è basato e si basa sulla ricerca di quanto reddito il contribuente produce effettivamente per verificare se la dichiarazione dei redditi corrisponde a quanto ha ricevuto. Si capisce dov’è la debolezza di questo sistema: devi andare a scoprire l’ago nel pagliaio. Devi andare a cercare quel che l’interessato ha nascosto, il più delle volte non sapendo dove cercarlo.
La nostra proposta rivoluziona tutto il sistema: non si va più a cercare quanto reddito un contribuente ha prodotto ma, rispetto a ciascun codice fiscale, quante spese ha effettuato nell’anno. Quanto ha consumato, quanti soldi sono usciti dalla sua disponibilità. La nostra proposta è dunque considerare d’ufficio ulteriore produzione del reddito tutte quelle spese che superano quanto dichiarato.
C’è una miriade di realtà in cui si spende più di quanto risulta incassato durante l’anno, ma le spese sono più facili da rincorrere perché non c’è bisogno di chiedere all’interessato. Lo si può fare a monte, perché ormai, attraverso l’informatica e le tecnologie, attraverso la codificazione di ciascun contribuente, c’è la possibilità di aggregare i dati e quindi di poter dare un’indicazione precisa sui risultati. Ovviamente il nostro impegno è anche finalizzato a che, nel maggior numero di casi possibile, si deve ricorrere a un sistema trasparente di spesa, riducendo al minimo il contante.
E’ chiaro che una delle principali ragioni per cui si ricorre all’evasione fiscale è che obiettivamente la pressione fiscale è elevata. Si deve ridurre. Più si riduce la pressione fiscale, più aumentano i consumi, più aumenta il tenore di vita dei cittadini, più si produce una fonte d’introito per lo Stato perché gira di più l’economia. Allora, secondo noi, per ogni euro di tassazione recuperata vi deve essere un corrispondente euro di pressione fiscale ridotta. Così si crea a nostro avviso un circuito virtuoso che dovrebbe aiutare l’economia del Paese, aumentare il gettito fiscale e ridurre la pressione fiscale. (www.antoniodipietro.it)
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