lunedì 20 febbraio 2012

Cancelliamo la corruzione, non l'articolo 18

La cancellazione o la modifica dell’art.18, che oggi chiede anche Walter Veltroni contraddicendo quanto appena detto da Bersani, non sarebbe solo una grande ingiustizia e la lesione di un diritto sacrosanto.Sarebbe anche un polverone alzato apposta per nascondere l’incapacità o la non volontà di fare sul serio qualcosa per rendere di nuovo competitivo il sistema Italia. Servirebbe a lasciare tutto com’è facendo finta di aver cambiato le cose.Noi dell’Italia dei Valori abbiamo presentato al Senato una mozione nella quale chiediamo al governo di togliere l’art.18 dal tavolo delle trattative con le parti sociali. Quella però è solo una riga della nostra mozione: tutto il resto lo abbiamo scritto per indicare cosa che andrebbe fatto per cambiare la sostanza e non la facciata del problema.Se le aziende straniere non investono in Italia non è perché c’è l’art. 18, ma perché la burocrazia fa sì che un’azienda investe oggi e non sa mai quanti mesi o anni ci vorranno per vedere qualche risultato. E soprattutto è perché se non sborsi tangenti e mazzette tutto rischia sempre di restare paralizzato. Cioè, detto in buon italiano, perché c’è in Italia una corruzione sfrenata che, come un cancro, divora il nostro sistema e gli impedisce di essere competitivo.E’ su questi fronti che le aziende più moderne e competitive, italiane ed estere, ci chiedono di intervenire, e in questa direzione vanno le misure che proponiamo nella nostra mozione, come una drastica riduzione della pressione fiscale per le aziende che investono in Italia e per quelle che assumono a tempo indeterminato.Oggi in Italia le vere posizioni conservatrici sono quelle di chi vuole nascondersi dietro la cancellazione dell’art.18 per non modificare niente. Per questo io torno a chiedere con forza a Bersani e alla leadership del Pd di impegnarsi perché la nostra mozione sia discussa e approvata al Senato.La strada per riportare il sistema Italia a un alto livello di competitività è quella, non la truffa propagandistica dell’art.18. (www.antoniodipietro.it)

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