domenica 12 febbraio 2012

Whitney Houston

E’ morta a soli 48 anni. Vissuti sull’onda di un clamoroso successo e di un altrettanto clamoroso declino. Whitney Houston è stata una delle più grandi voci della musica pop contemporanea, una cantante che,per molti versi, ha cambiato i connotati del pop americano e, nel bene e nel male, ha influenzato con il suo stile quasi tutte le cantanti venute dopomdi lei. Può servire ricordare i milioni di dischi venduti, i record superati, le copertine dei giornali, i film, i Grammy, ma non basterebbero a spiegare il dramma personale, la terribile storia del suo matrimonio con Bobby Brown, la depressione, la droga, l’alcol, il percorso di autodistruzione che ha portato la cantante fino al tragico epilogo odierno.
Era brava Whitney Houston, bravissima, tecnicamente straordinaria, in grado di sorprendere,poi, per la simpatia e la comunicativa che, all’apice della sua carriera, metteva nei suoi spettacoli dal vivo. M non aveva, ed è questo il limite per il quale non è mai entrata nella leggenda, un repertorio all’altezza delle sue doti, confinata in un pop leggero ma inconsistente che non le ha mai consentito di fare un salto verso l’olimpo delle grandi. Certo, belle canzoni ne ha cantate, da “The greatest love of all” a “I will always love you”, ma troppo poche per passare alla storia.
Eppure le cantanti di oggi devono tutte qualcosa a lei, persino quelle italiane, prima fra tutte Giorgia, al suo stile, al suo approccio alla melodia, al suo modo, sorprendentemente tecnico, di cantare che, per un certo periodo di tempo, sembrava l’unico modo consentito.
La sua scomparsa non lascia un vuoto, perchè in realtà Whitney Houston era già andata via da tempo, pochi dischi, non interessanti, rari concerti, un sempre annunciato “grande ritorno” che non è mai avvenuto. Ma in molti la piangeranno, perchè è stata una delle grandi dive degli anni Ottanta e Novanta, una stella del pop che si è bruciata tropo in fretta. (Ernesto Assante http://assante.blogautore.repubblica.it/)



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